di Maria Sanclemente – Sì, siamo in guerra e combattiamo contro un nemico invisibile, ma forte, resistente ad ogni arma finora adottata. Si tratta di un nemico inaspettato, insospettabile, un virus prima sconosciuto, ma il cui nome frulla da più di un mese nelle nostre orecchie, imperturbabile, indifferente ai nostri tentativi di fermarlo.
I Coprifuoco, i posti di blocco, i D.p.c. m. a raffica ( l’ultimo è del 09 marzo 2020), la chiusura obbligata delle scuole, l’arresto nel mondo dell’arte, della cultura e perfino nello sport ci inducono a pensare ad uno stato d’assedio, una situazione impensabile agli occhi delle nuove generazioni ( e non solo), avvezzi a tutte le comodità, nati nell’era dei social e della connessione sempre e ovunque, assolutamente non abituati alla rinuncia, a rimanere a casa da una campagna portata avanti da molti artisti italiani e sintetizzata dall’hashtag #iorestoacasa.
La nostra casa è diventata il nostro rifugio contro le “ bombe” scagliate dal nemico, il nostro “nido” e l’unica protezione possibile .
Così, di colpo, ci sembra di essere stati catapultati, attraverso la macchina del tempo, all’indietro in un’epoca passata, morta e dimenticata, e che oggi ritorna con i suoi fantasmi, le epidemie di peste, la caccia agli untori ( noi italiani), le invasioni barbariche ( gli assalti ai treni diretti al Sud e ai supermercati), le processioni propiziatorie (stop anche per le celebrazioni religiose), le rivolte degli schiavi guidati da Spartaco ( questo episodio, in effetti, è precedente, risale 73 a.c.). Ci attende pure una moderna guerra sociale ( 82 -83 a.c.)? Speriamo di no, perché quella cosiddetta guerra civile tra la fazione degli optimates, guidata da Lucio Cornelio Silla, e quella dei populares, o mariani perché seguaci del sette volte console Caio Mario, si concluse con la vittoria di Silla che, fattosi nominare dittatore a tempo indeterminato, emanò varie disposizioni che intendevano restituire il potere all’aristocrazia e stilò le liste di proscrizione, veri e propri elenchi di persone destinate ad una morte cruenta e che chiunque poteva uccidere senza incorrere in alcuna sanzione punitiva.
La differenza sta nel fatto che oggi si muore anche senza liste di proscrizione.