Di Claudia Lapenna – classe II, sez. L
Siamo già a gennaio e questo periodo è particolarmente importante perché si commemora “ IL GIORNO DELLA MEMORIA”: una occasione che intende non lasciar svanire il ricordo della catastrofe vissuta dal popolo ebreo durante la seconda guerra mondiale.
Nel 1933 in Germania salì a potere ADOLF HITLER: un generale austriaco che approfittò dello stato di “crisi” dello stato tedesco per diventarne capo politico e militare. Riuscì a dare voce al malessere sociale ed economico della maggior parte della popolazione tedesca, vessata da tasse ed imposte tese a ripagare i debiti contratti dalla Germania alla fine della Prima Guerra Mondiale. Hitler fece in modo di lasciare intendere ai cittadini tedeschi che i principali responsabili del triste stato economico in cui versava la Germania fossero gli ebrei, iniziando ad attuare una politica prima discriminatoria e poi persecutoria nei confronti degli stessi ebrei.
Furono emanate delle leggi razziali che allontanarono gli ebrei dal mondo del lavoro e dell’arte e della cultura. Furono chiusi inizialmente in ghetti per poi essere trasferiti in campi di concentramento che diventarono presto di sterminio. La vita nei campi non aveva niente di umano: i più resistenti lavoravano duramente per lunghe ore, spesso al freddo e in condizioni impossibili. I più deboli, tra cui molti anziani e bambini, venivano invece inviati nelle camere a gas, allestite come docce, per poi passare come cadaveri ai forni crematori. Certo si poteva morire in molti modi diversi: uccisi a colpi di fucili, come cavie di esperimenti scientifici, o semplicemente si moriva di fame o di freddo.
Ecco cosa è stata quella pagina del nostro passato, ed è strano pensare come un uomo possa aver fatto così tanto male a così tanta gente. Eppure è successo.
Noi non ce ne rendiamo conto eppure dovremmo pensare a una cosa: in questo periodo ricordiamo il passato, riflettiamo,abbiamo compassione,siamo commossi ma poi nel corso di tutto l’anno, che facciamo?
Anche noi, nel nostro piccolo possiamo fare del male. Come? Beh, semplice! Quante volte, senza neanche pensarci ci rivolgiamo ad altri formulando degli insulti razzisti o antisemiti. Dire a qualcuno “Torna a mangiare banane!” o “Sei proprio un rabbino!” sono frasi profondamente razziste che possono innescare un processo di odio la cui soluzione finale è quella vissuta dai nostri antenati non troppi anni fa.
C’è bisogno quindi di impegnarsi a fondo nel rispettare gli altri, tutti gli altri, non solo in occasione della giornata della memoria, ma ogni singolo istante della nostra vita.