//Cos’è la Shoah?

Cos’è la Shoah?

di | 2020-01-27T18:52:09+01:00 27-1-2020 18:52|Alboscuole|0 Commenti

Oggi 27 gennaio non si sente parlare di altro, ma sappiamo cosa è e cosa è stata la Shoah veramente?

La parola Shoah nella lingua ebraica significa “tempesta devastantte”, ma ormai è entrata nell’uso comune per intendere lo sterminio del popolo ebraico durante il Secondo conflitto mondiale.

Durante quella guerra e precisamente fra il 1939 e il 1945 circa 6 milioni di Ebrei vennero uccisi dai nazisti del Terzo Reich con l’obiettivo di creare un mondo più ‘puro’ e ‘pulito’.

Alla base dello sterminio vi fu un’ideologia razzista e antisemita che affondava le sue radici nel 19° sec. e che i nazisti ne fecero la base per la realizzazione di un mondo ‘purificato’ da tutto ciò che non fosse ‘ariano’.

Alla ‘soluzione finale’ (così i nazisti chiamarono l’operazione di sterminio) si arrivò  inizialmente attraverso un processo di emarginazione degli Ebrei dalla società tedesca , per arrivare ad una vera e propria persecuzione e, successivamente, allo sterminio di massa.

La notte del 9 novembre 1938 in diverse città della Germania vennero incendiate un centinaio di sinagoghe, molte case e le botteghe degli ebrei furono distrutte e quanti cercarono di salvare le proprie case furono uccisi e deportati nei campi di concentramento.

Lo sterminio partì dalla Germania, ma si espanse via via con le conquiste del Terzo Reich, colpendo gli Ebrei dei paesi occupati, vale a dire di quasi tutta Europa. Essi furono in una prima fase ‘ghettizzati’, cioè forzosamente concentrati in appositi quartieri delle città (il principale ghetto europeo, per estensione e numero di abitanti, fu quello di Varsavia), e in seguito deportati nei campi di concentramento e di sterminio, costruiti soprattutto in Europa orientale.

Ad Auschwitz, Treblinka, Dachau, Bergen Belsen, Mauthausen (ma furono decine e decine i campi disseminati in Europa) giungevano ogni giorno treni carichi di persone. Dopo la selezione iniziale, che salvava temporaneamente coloro che erano in grado di lavorare, una parte veniva inviata direttamente verso la meta cui tutti i deportati erano infine destinati: la camera a gas.

I campi di sterminio erano anche luoghi di torture, di esperimenti su cavie umane, come quelli effettuati sui gemelli di J. Mengele, di lavori sfiancanti e selezioni quotidiane; ne furono vittime oltre agli Ebrei, anche zingari, omosessuali, testimoni di Geova, oppositori politici.

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In Italia il regime fascista aveva emanato nel 1938 le leggi razziali che, tra l’altro, escludevano gli Ebrei dalle scuole, da molte professioni, dalla vita sociale. La deportazione e lo sterminio iniziarono dopo il settembre 1943 quando i Tedeschi occuparono l’Italia settentrionale. Le autorità della Repubblica sociale italiana collaborarono alla deportazione. Uno dei primi episodi fu il rastrellamento del ghetto di Roma il 16 ottobre 1943, nel corso del quale furono catturate oltre 1000 persone. Il campo di Fossoli, in provincia di Modena, divenne il luogo di transito verso i campi dell’Europa orientale, in cui trovarono la morte circa 8000 Ebrei italiani.

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La maggior parte delle persone soppresse passarono per i campi di sterminio o lager, che erano campi di concentramento con attrezzature speciali progettate per uccidere in forma sistematica.

I lager erano grandi estensioni di terreno, circondate da alte e fitte barriere di filo spinato attraverso le quali passava la corrente elettrica per fulminare chiunque tentasse di fuggire.

Hitler indicò negli ebrei i responsabili della sconfitta militare del 1918, della crisi economica, dei conflitti di classe.

Alla base delle teorie di Hitler c’era il concetto di razza e gli ebrei costituivano il nemico principale per l’affermazione della razza ariana. Pertanto l’obbiettivo che il nazionalsocialismo si poneva era quello di dare vita a uno stato basato sulla conservazione della razza pura, sulla salvaguardia della purezza del loro sangue, obbiettivo che si poteva raggiungere solo preservando la razza ariana dalle mescolanze e quindi eliminando il pericolo principale costituito appunto dagli ebrei.

Il sogno era di avere una Germania “Judenfrei”, libera dai giudei.

Gli ebrei dovettero in oltre denunciare i loro beni di cui furono privati una volta entrati nei campi di lavoro, come li chiamavano i tedeschi, e sui loro passaporti e sulle loro carte dell’identità fu apposta la lettera J (juden).

Minutiello- D’Aloia- Petrosino 1^H

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