La donna etrusca era la più libera nelle società antiche: raffinata, elegante, indipendente.
Nelle
civiltà antiche la donna aveva soprattutto il compito di curare le
attività domestiche, o le occupazioni
tipicamente femminili, invece, per la
donna etrusca era diverso: godeva di un
grado tanto alto di
emancipazione,
libertà e
autonomia.
Le donne “sapevano essere custodi del focolare”, ma allo stesso tempo erano in grado di “tenere a bada servi e domestici.
Il
benessere economico della
società etrusca fece sì che, già
dal sesto secolo avanti Cristo,, la donna cominciò a “uscire” dalle
mura domestiche per partecipare in maniera sempre più attiva alla
vita pubblica. Ciò vale soprattutto per l’area dell’
Etruria, mentre nelle altre zone d’Italia occupate dagli etruschi questo processo di emancipazione avvenne più lentamente.
Le
donne etrusche erano dotate di
nome proprio: al contrario, a
Roma le donne venivano identificate con il nome della
gens, ovvero della
famiglia, alla quale appartenevano. Solo a partire dalla tarda età repubblicana le donne romane avrebbero iniziato a far uso del
cognome (una sorta di soprannome).
Sono sopravvissute molte attestazioni di
nomi propri femminili delle donne etrusche: Anthaia, Thania, Larthia, Nunzinai. E sono proprio le
iscrizioni rinvenute sugli oggetti a dirci molto sulle condizioni della donna. Esse possedevano oggetti anche di valore, sappiamo che
erano in grado di leggere (su alcuni strumenti di uso quotidiano compaiono
dediche), potevano anche essere
titolari di attività commerciali.
|
Olletta in bucchero inciso con iscrizione (630-590 a.C.; ceramica in bucchero decorata a incisione, altezza 12 cm; Città del Vaticano, Musei Vaticani, Museo Gregoriano Etrusco). Ph. Credit Finestre sull’Arte |
Che tipo di donna possiamo immaginarci quando pensiamo alla
donna etrusca?
Bisogna specificare che conosciamo soprattutto le donne etrusche benestanti, quelle che potevano permettersi di farsi effigiare sugli affreschi oppure che potevano commissionare agli artisti dei ricchi sarcofagi.
Scrive lo studioso
Lidio Gasperini che “vediamo, a Cerveteri come a Tarquinia, Volterra, Chiusi, Perugia, su pareti dipinte, sarcofagi, urne cinerarie, immagini di spose, solitamente sdraiate sul letto conviviale con acconciature ricche e raffinate. Nobiltà e gentilezza del vestire, che si accompagnano alla nobiltà dell’atteggiarsi, alla intensa e affettuosa partecipazione ad uno dei momenti più raccolti e più intimi della giornata”.
Le immagini e i reperti che ci sono giunti ci hanno tramandato l’immagine di una donna raffinata, gentile, che
gradiva i piaceri mondani, amava vestirsi bene e indossare
gioielli preziosi, dedicava molto tempo alla
cura del corpo e del proprio aspetto, sperimentava acconciature elaborate, e ricopriva un ruolo importante sia a livello familiare sia a livello sociale.
Ecco dunque che, pensando alla donna etrusca, ci vengono in mente, per esempio, le immagini di
Larthia Seianti, la dama del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, vestita con una lunga tunica stretta in vita decorata con borchie e che porta preziosi gioielli d’oro, come un paio di vistosi orecchini a disco, oppure
Velia, una sposa raffigurata in un affresco che decora la Tomba dell’Orco a Tarquinia, e che porta una ricca collana di ambra, un paio di orecchini a grappolo, e ha i capelli ricci raccolti sulla nuca ornati con una coroncina di alloro.
I
corredi funerari delle donne etrusche includono diversi oggetti che sono testimonianza delle loro attività: sono stati ritrovati strumenti per la
tessitura e la
filatura, specchi, gioielli, ornamenti di vario tipo e unguentari, segno che le donne etrusche dovevano passare molto tempo a farsi belle, e ancora
morsi di cavallo che ci dicono che le donne si muovevano e viaggiavano in autonomia, senza un padre o un marito che le accompagnasse.
Le statue e i ritratti ci riportano
pettinature di vario genere che le donne etrusche amavano provare: nel sesto secolo avanti Cristo andava di moda l’acconciatura con lunghe trecce, oppure con i capelli lunghi portati all’indietro in modo che ricadessero dietro le spalle. In epoche più recenti si diffuse invece la moda dei
capelli corti, oppure raccolti: venivano tenuti fermi con una reticella, ovvero raccolti in ciocche e tirati all’indietro.
Donne belle, donne raffinate, spose di principi ma anche di ricchi possidenti, di magistrati, di politici, di commercianti, che non conducevano una vita chiusa tra le pareti di casa, ma trascorrevano molto tempo in società, partecipavano a eventi mondani, uscivano spesso per assistere a gare sportive e spettacoli.
V. Minutiello- L. Caiafa
Totale Visite:
1.122