I pericoli della chat. Tante persone sono convinte che quando scrivono in chat su qualsiasi social network (Facebook, Instagram, WhatsApp …) siano al sicuro, si sentono protetti da una sorta di zona franca (tra l’altro inesistente) dove tutto è concesso. La maggior parte delle persone, ma soprattutto degli adolescenti, non sa che non è cosi, e non è a conoscenza delle conseguenze penali e giudiziarie, oltre a quelle personali, professionali e sociali. In classe, durante l’ora di Italiano, abbiamo analizzato e commentato tutti insieme l’articolo “Quello che scriviamo in chat e non dovremmo” di Beppe Severgnini (Corriere della sera, 13 gennaio 2020) . L’argomento dell’articolo e la tesi del noto giornalista mi hanno così colpito da indurmi a scrivere quest’ articolo per il nostro giornale scolastico. Lo spunto per le riflessioni di Severgnini è stato proprio un fatto di cronaca insolito: un gruppo WhatsApp è finito per la prima volta in un’aula di tribunale per quanto scritto in chat con conseguenze per la reputazione della vittima oggetto di maldicenze (false). Anche io, posso dire di aver vissuto qualcosa di simile, fortunatamente senza arrivare in un’aula di tribunale. Una persona con cui purtroppo ho avuto a che fare, si provocava delle lesioni da sola per poi accusare gli altri (vi lascio immaginare chi è il fortunato che è stato accusato). In questo caso sono stato salvato proprio da alcune chat WhatsApp dove amici comuni hanno testimoniato a mio favore. Ma successivamente mi sono posto alcune domande: “Se non fosse stato cosi? Se tutto ciò mi si fosse rigirato contro?”, “Se, nonostante la mia estraneità ai fatti, non avessi potuto provare la falsità di quelle accuse?”. Sinceramente non mi sono dato ancora una risposta, ma ho provato ad immaginare i problemi giudiziari che sarebbero sicuramente sorti. Questa brutta esperienza mi ha portato ad una semplice conclusione: bisogna stare molto attenti a ciò che si scrive e si fa sui social network, perché oltre a problemi personali si rischia di andare incontro a problemi penali. Perciò anch’io voglio riportare il motto di Beppe Severgnini, a proposito dell’uso (abuso) delle chat: “meno è meglio”.
DOMENICO IODICE (4^ C)