Per non dimenticare
Il 27 gennaio è definito “il giorno della memoria” ed è dedicato a ricordare “ciò che fu” e che “mai più dovrà essere”. A dire il vero, esso è qualcosa di molto più profondo, di molto più sacro e complesso affinché il nostro sguardo non si rivolga unicamente solo all’interpretazione del passato ma alla costruzione del nostro presente e futuro. Basti pensare a ciò che le forze americane trovarono alla liberazione dei campi di concentramento nel 1945: una visione disumana, che definire apocalittica è poca cosa; corpi ammassati senza vita, la conferma dell’esistenza dei tanto famigerati forni crematori. Poche furono le persone ritrovate in vita: scheletri dai grandi occhi sbarrati a causa dei tormenti subiti ripetutamente, morti che camminavano. Gli esseri umani, genericamente parlando ,hanno tendenze odiose. Una di questa è quella di girare la testa dalla parte opposta al problema. Ieri come oggi, questa specie di tendenza, dura a morire purtroppo, fa si che ogni giorno milioni di persone subiscano atroci torture nella completa indifferenza degli altri che, si nascondono dietro maschere di buon senso, continuando a vivere passivamente. Dobbiamo essere noi giovani le voci fuori dal coro che devono opporsi a tutto questo negazionismo e capire che non è negando l’avvenimento di tali atti che le cose potranno risolversi.
Antonella Miraglia (V C )