//Cyberbullismo: bulli o bullizzati?

Cyberbullismo: bulli o bullizzati?

di | 2020-01-25T17:49:56+01:00 25-1-2020 17:49|Alboscuole|0 Commenti
Una sola chat, due adolescenti, uno bullo e l’altro indifeso e bullizzato. E’ ciò che accade praticamente ogni giorno, un fenomeno esponenziale che ha colpito gli adolescenti e che ha avuto modo di diffondersi grazie alla continua evoluzione della tecnologia. Ma parliamone più dettagliatamente. Le nuove generazioni, dunque gli adolescenti dagli 11 ai 17 anni, sono nati in un’era completamente digitale dove la comunicazione avviene principalmente tramite livechat, e dove parte della loro reputazione interpersonale si basa su quanti seguaci si hanno sui social o da quante marche si indossano. Lo sviluppo della tecnologia ha dato però adito ad uno dei fenomeni più diffusi tra i ragazzi: il bullismo. In questo caso però prende il nome di cyberbullismo ma le dinamiche sono tutto sommato le stesse. La differenza si basa sul tipo di violenza: nel cyberbullismo troviamo un tipo di violenza psicologica e oppressiva ripetuta nel corso del tempo dove il bullo attacca un’altra persona da lui considerata come un bersaglio semplice e incapace di difendersi. Secondo i dati dell’ISTAT il 72% degli adolescenti naviga in Internet tutti i giorni, ma le frequentatrici più accanite del cellulare e della rete sono le ragazze, ben l’87,5% di esse utilizza il cellulare quotidianamente. La maggior propensione degli adolescenti a utilizzare il telefono cellulare e a connettersi a Internet probabilmente li espone di più ai rischi della Rete. I dati parlano chiaro e dicono che le ragazze sono le più colpite da questo fenomeno, ed infatti il 7,1% delle ragazze tra gli 11 e i 17 anni che si collegano ad Internet sono state oggetto di violenza psicologica, contro i soli 4,6% dei ragazzi. Ancora più a rischio sono i ragazzi tra gli 11 e i 13 anni, il 7% di loro ha subito una forma di violenza online mentre la quota si abbassa al 5,2% tra i ragazzi dai 14 ai 17 anni. Questi dati sono in costante crescita dal 2014 ad oggi e probabilmente non smetteranno di crescere con l’espansione della tecnologia. Ma quali sono gli effetti sulle vittime? Gli effetti cambiano da vittima a vittima e partono da effetti meno gravi come ansia e attacchi di panico, fino a effetti molto più gravi come depressione, ansia sociale, esclusione sociale e in alcuni casi suicidio. Possiamo riconoscere un cyber bullo tramite alcuni tipici comportamenti: • Il cyberbullo spesso è colpevole di flaming, il diffondere pettegolezzi o messaggi volgari, molesti e dispregiativi nei confronti della vittima, spesso arrivando a coinvolgere altre persone per divulgare ulteriormente la notizia anche sui social (denigration); • Il cyberbullo posta o inoltra immagini, informazioni o video imbarazzanti, incluse informazioni false; • Il cyberbullo ruba il profilo altrui o ne costruisce dei nuovi falsi rubando l’identità della vittima con l’intenzione di mettere in imbarazzo o danneggiare la reputazione della vittima; • Il cyberbullo insulta, deride e denigra la vittima tramite messaggi e sui social media. Ora cerchiamo di riflettere su questi comportamenti e poniamoci una domanda abbastanza insolita: siamo bulli o bullizzati? FRANCESCO GIORDANO (4^ C)