//IL MUSEO EBRAICO (jewish museum)

IL MUSEO EBRAICO (jewish museum)

di | 2020-01-21T14:34:00+01:00 21-1-2020 14:33|Alboscuole|0 Commenti
di Greta De Rosa – “Una parte di storia che è stata cancellata!” …Queste sono le parole con le quali la guida Marta ha fatto scoprire, ai ragazzi di alcune classi terze della scuola A. Galateo, un pezzo di storia della nostra città, che non viene mai raccontato. Tutto inizia nel Museo Ebraico di Lecce, un museo privato e recente, inaugurato solo tre anni fa, infatti al suo posto, fino al 2016, sorgeva un ristorante. Una volta chiuso il locale, come spiegato, un gruppo di amici affittò l’area e la trasformò in un museo con lo scopo di raccontare la storia della comunità ebraica che visse a Lecce nel quattordicesimo secolo. La guida inizia dicendo che Lecce non è mai stata un ‘ghetto’, ovvero un quartiere dove gli ebrei venivano costretti a vivere, bensì una’ giudecca’, cioè un posto dove queste persone potevano decidere se viverci o andarsene, in base a ragioni economiche e religiose. Tuttavia, le prime tracce documentate degli Ebrei in Puglia risalgono al periodo dell’Impero Romano, precisamente al 70 d.C., anno in cui venne distrutto, per opera dell’imperatore Tito, il secondo tempio di Gerusalemme, un tempio importantissimo per gli Ebrei; infatti, dopo la distruzione di quell’edificio, questo popolo si disperse in tutto l’impero. D’altro canto, però, le tracce di comunità ebraiche, ritrovate nella nostra città, risalgono, come già detto, solo al quattordicesimo secolo, quindi ad un periodo successivo. In questo secolo, gli Ebrei vivevano qui a Lecce sotto la politica di tolleranza di Maria D’Enghien, contessa di questa città. Questa tolleranza, però, durò solo fino al 1440; in quel tempo, infatti, il potere economico degli Ebrei, a Lecce, stava crescendo. Questo spinse Maria D’Enghien, nel 1445, a introdurre la prima antenata della stella di Davide, costringendo gli Ebrei a indossare una “rotella” di panno rosso sul petto in modo da distinguerli dalla gente locale. Inoltre, nel 1495 (50 anni dopo l’introduzione della “rotella”), i leccesi attaccarono e saccheggiarono il quartiere ebraico, ponendo questa gente di fronte ad una scelta: lasciare la città, cambiare religione convertendosi al cristianesimo o morire. La maggior parte, così, lasciò la città e i pochi che decisero di convertirsi vennero chiamati ‘marrani’, ovvero “traditori”. Nel 1516, ci fu un breve rientro degli Ebrei a Lecce, però questo ritorno non durò molto, infatti, nel 1541, Carlo V cacciò definitivamente tutti gli Ebrei dalla città. Il sovrano spagnolo fece anche sostituire tutti i simboli della religione ebraica con simboli della Cristianità. Ciò che Carlo V fece con gli ebrei viene definito con il nome di ‘ dannazio memoria’, ovvero cancellare un pezzo della storia della città. Dopo aver parlato un po’ delle Mikveh (vasche ebraiche per la purificazione), la guida ha parlato di una mostra intitolata ‘le tracce del treno della vita’ ,tenuta da un’artista israeliana: Adi Kichelmacher. Questa mostra racconta la storia dei nonni dell’artista nati nella seconda guerra mondiale.Successivamente, gli alunni hanno assistito alla proiezione di un cortometraggio, nel quale tre donne ebree, nate a Santa Maria di Leuca, trasferitesi in Israele all’età di un anno, tornano qui in Puglia, ormai hanno 68 anni, per riscoprire parti della loro storia. Infine, Marta (la guida) ha condotto le classi in giro per la città spiegando le origini dei nomi di alcune vie come ‘via della saponea’ nella quale, ad esempio, vivevano gli ebrei produttori di sapone. La visita si è conclusa con un test per misurare il livello di attenzione che hanno avuto gli alunni durante le spiegazioni e tutti hanno ottenuto alti risultati. Il museo Ebraico di Lecce, è parte della storia della nostra città e una tappa imperdibile per turisti e cittadini.