Sepolta sotto la sabbia per 1200 anni è riemersa dai fondali egiziani una intera città avvolta nel mistero, inghiottita dal Mediterraneo probabilmente a causa di un terremoto. Si tratta dell’epica città di Heracleion (per i greci) o Thonis (per gli antichi egizi).
Le statue, i relitti delle navi, così come gli edifici, i templi e i pontili che sono riemersi dai fondali sono stati segnati sulla mappa interattiva e possono essere «visitati» attraverso foto e video.
I primi resti sono stati trovati a trenta metri di profondità nel 2000 al largo di Abukir, vicino ad Alessandria d’Egitto.
E grande è stata la sorpresa quando a riemergere dalle acque sono stati reperti ben conservati, in grado di raccontare tanto su quell’antica città, considerata il centro nevralgico del commercio internazionale fra il Mediterraneo e il Nilo tra il VI ed il IV secolo avanti Cristo.
Finora sono stati dissotterrati dal fango della baia di Abukir 64 antichi relitti di navi. Sotto la sabbia sono state ritrovate anche monete d’oro, stele giganti con geroglifici e scritte in greco tra cui una colossale statua in pietra di Hapi, il dio egizio della piena del Nilo, la più grande mai ritrovata.
Secondo il professor Barry Cunliffe, archeologo dell’Università di Oxford, «è stata una scoperta archeologica travolgente. I reperti distesi sul fondo del mare, ricoperti e protetti dalla sabbia, si sono stupendamente conservati per secoli».
E «siamo solo all’inizio della nostra ricerca», ha spiegato Franck Goddio: «Probabilmente dovremo continuare a lavorare per i prossimi 200 anni perchè Thonis-Heracleion possa essere pienamente scoperta e compresa».
Non essendoci dati certi che possano tuttora spiegare l’affondamento di Heracleion, Goddio ha ipotizzato che il peso dei grandi edifici costruiti su un terreno argilloso e non solido, potrebbe aver causato lo sprofondamento della città a seguito di un terremoto.
La leggenda narra che a fondare la città di Heracleion siano stati Paride ed Elena, rimasti bloccati su una delle isole del Delta del Nilo durante la loro fuga da Menelao, prima che iniziasse la guerra di Troia.
A darle il nome sarebbe stato invece Eracle in persona, il semidio della mitologia greca che corrispondente al romano Ercole. Un mito che è sopravvissuto a tutta questa distruzione, per farsi viva ora a noi in tutto il suo splendore.