//Leonardo da Vinci

Leonardo da Vinci

di | 2020-01-13T18:43:32+01:00 13-1-2020 18:43|Alboscuole|0 Commenti
Leonardo ha trent’anni quando, nel 1482, giunge a Milano, alla corte di Ludovico il Moro a seguito di una missione diplomatica inviata dal signore di Firenze, Lorenzo il Magnifico. Si presenta al duca di una città allora grandissima, con una lira scolpita in argento e con la cassa armonica a forma di testa di cavallo. Come ci raccontano alcune fonti, Leonardo è un abile suonatore di questo strumento e vincerà una gara musicale. A Ludovico si annuncia con una lettera di presentazione, un vero e proprio curriculum in dieci punti nel quale sono enumerate le sue competenze. In questa lettera di presentazione, egli mira a colpire l’interesse di Ludovico, un uomo che aveva fatto dell’arte della guerra uno scopo nobile e di successo. Ben nove dei dieci punti del suo “curriculum” riguardano infatti le sue abilità come ingegnere militare, soprattutto nell’arte di costruire armi innovative: ponti utili a «seguire, e alcuna volta fuggire [far scappare], li inimici», macchine belliche, carri armati, varie applicazioni idrauliche e strategiche. Sembra che le qualità che oggi rendono Leonardo il genio universale che tutti conosciamo siano state volutamente relegate nel fondo della lettera, come elementi di scarsa importanza. Si tratta però di una scelta finalizzata a dipingere se stesso come l’uomo giusto di cui Ludovico aveva bisogno all’occorrenza. Grazie alla incisiva presentazione offerta in questo curriculum Leonardo ottiene infatti il risultato voluto, tanto che rimane alle dipendenze del duca di Milano per circa vent’anni. Nonostante questo autoritratto molto mirato sulle proprie capacità militari, Leonardo non rinuncia mai a dedicarsi ai propri interessi di artista e, in particolare, alla pittura. La pittura per Leonardo è vera scienza perché si fonda sul pensiero razionale e sulle discipline matematiche, che è in grado di restituire le immagini proprio come esse sono osservate nella realtà. La pittura è quindi la sola arte capace di avvicinarsi ad essa e di riprodurne con fedeltà le forme. Scrive Leonardo che la pittura è a tal punto vicina alla natura da essere sua figlia. Egli scrive: [Se tu disprezzerai la pittura che è la sola vera imitatrice di tutte le opere che si vedono in natura, certamente tu disprezzerai un’ invenzione che con ragione scientifica considera tutte le qualità delle forme, tutti elementi che sono ricoperti di ombra e di luce. E davvero questa è una scienza ed è da considerarsi legittima figlia della natura, perché la pittura è nata dalla natura; perché tutte le cose che si vedono sono nate dalla natura e la pittura è nata da queste cose; dunque la chiameremo correttamente nipote di natura e parente di Dio. (dal Trattato della pittura). Questo brano fa parte del cosiddetto Trattato della pittura, un esame basato sugli scritti di Leonardo, ma redatto dopo la morte del maestro. In questo scritto, Leonardo riserva alla pittura un posto vicino alla matematica e alla geometria, ma anche all’anatomia e alla meccanica degli organi. L’assenza tuttavia di un vero e proprio metodo scientifico – che si stabilizzerà con la rivoluzione scientifica – impone a Leonardo il procedere per tentativi, per esperimenti, senza una metodologia sistematica. I suoi manoscritti ci restituiscono questo immenso magma di riflessioni e di ricerche in cui lo scienziato avanza per passaggi progressivi, fino ad arrivare alla comprensione del dato osservato. Una comprensione che si forma non solo con le prove (gli esperimenti): infatti la descrizione di una esperienza avviene attraverso un disegno o uno schema o con una spiegazione di quanto viene osservato e che Leonardo cerca di chiarire attraverso il linguaggio. Contrariamente a quanto esibito nel proprio “curriculum”, Leonardo ha dedicato la maggior parte delle sue energie alle opere del «tempo di pace». A Milano è un apprezzato scenografo. Creatore perfino di costumi teatrali per le feste di corte, a lui ci si affida per realizzare soluzioni estetiche e ingegneristiche in grado di suscitare lo stupore degli spettatori. Per il matrimonio di Gian Galeazzo Maria Sforza con Isabella d’Aragona Leonardo organizza una spettacolare “Festa del Paradiso”. Il Paradiso viene rappresentato in forma di “semiuovo” dorato all’interno, con diverse luci che suggeriscono il brillare delle stelle e con nicchie dove vi sono gli attori. Sulla parte superiore dell’uovo sono collocati i dodici segni zodiacali che si muovono, accompagnati da musica e la recitazione di poesie che esaltano la bellezza della sposa. Oltre che dell’intrattenimento, Leonardo si occupa a Milano di opere di rilevanza civile, come la progettazione urbanistica. Tra i progetti, uno in particolare colpisce la nostra attenzione: una città interamente costruita su due livelli: nel livello più basso vi è la città dei commerci, con le vie d’acqua e le strade per la circolazione di merci e persone; nel livello più alto, la città delle abitazioni, con i palazzi nobiliari e gli edifici. Le acque hanno una doppia funzione: costituiscono un mezzo di trasporto e un vero e proprio sistema di fognatura garantendo l’igiene della città nel suo complesso. Per nostra fortuna Leonardo non ha tenuto fede alla sua lettera di presentazione: la maggior parte della sua opera si è rivolta alla soluzione di problemi pratici, alla ricerca delle misteriose leggi che governano il mondo naturale, all’indagine delle forme e dei movimenti del corpo umano. Una ricerca inesauribile e meravigliosa verso l’utilità e la bellezza. Risultati immagini per leonardo da vinci Giulia Rigucci e Alessia Zaccaro