di Giada Panunzio – Cosa ci rimane della marcia di ieri ?
Questa una della domanda che più dovrebbe interessarci, un quesito che necessita più di una risposta, una reazione decisa ed efficace.
Cosa ci resta?
Ci resta una “mobilitazione”, definita così dallo stesso don Ciotti, di cittadini per la loro terra. Ieri i foggiani hanno fatto qualcosa per Foggia, si sono messi in gioco per la loro città. Hanno sfilato tra le sue vie con cartelli e striscioni per portare la bellezza di una comunità unita, per dimostrare che la legalità non è estranea a questa terra.
Ieri si è dimostrato che i foggiani possono esseri fieri di essere nati qui.
La Foggia dei giornali, degli omicidi, delle bombe esiste, fa paura, e con le sue urla sembrava avesse sovrastato tutto il resto. Ieri un altro grido si è alzato, un’altra voce ha parlato, ieri lo Stato si è fatto sentire ma non solo attraverso i suoi rappresentati, ieri ha camminato per la città chi lo Stato lo è; ieri c’erano i veri “pezzi grossi” della Repubblica Italiana, quelli che secondo la stessa Costituzione sono il fondamento di questo nostro paese: i cittadini.
Non ci dimentichiamo della nostra importanza, della nostra forza, della capacità che ha una cittadinanza che sa far rete di fronteggiare la Mafia.
Cosa resta?
Resta la consapevolezza che questa città non la vuole la mafia, anzi è disposta a mobilitarsi contro. Ieri i foggiani si sono ricordarti di quanto l’unione possa far forza, di quanto la legalità si costruisca nel piccolo, nel quotidiano, giorno per giorno. Sarebbe pericoloso credere che adesso siano le sole istituzioni a dover fare qualcosa, che la parola spetti unicamente a loro.
C’è una fiamma cui ieri è stata data nuova linfa si chiama Speranza. Basterebbe che si riuscisse a tenere sempre viva e luminosa quella luce perché qualcosa cambi davvero.
Se non riscopriamo la bellezza in questa città, quale sarà il motivo del nostro lottare ?
Non si spera in qualcosa che non ci piace; non si crede in qualcosa di brutto; non ci si innamora di qualcosa che si trova squallido.
Non si lotta per qualcosa in cui non si spera, in cui non si crede, di cui non si è innamorati.
Allora iniziamo con il ricordarci perché è bello essere foggiani: ognuno condivida questo hashtag #iosonoorgogliosodifoggia scrivendo un motivo, una vicenda, un luogo per cui è orgoglioso di essere foggiano e lo condivida!