Piedimonte Matese è “la porta del Matese”. Una cittadina che ha molto da offrire ai suoi ospiti, che siano amanti dell’arte o della natura.
Piedimonte è adagiata sulle pendici di tre monti (Monte Cila, Castello e Monte Muto) appartenenti al massiccio del Matese e dove trovano sbocco tre valli, Valle Paterno, Valle del Rivo e Valle del Torano, inoltre è attraversata da tre corsi d’acqua, il Torano, il Rivo ed il Maretto. Il fiume Torano era il principale corso d’acqua e, fino al suo incanalamento nell’acquedotto campano avvenuto nel 1963, scorreva all’interno del centro abitato per poi dirigersi verso il Volturno.
Dal paese si snodano incantevoli cammini, come quello verso il Monte Cila, rilevante non solo perché questa collina ha ospitato un insediamento sannitico, di cui restano le magnifiche Mura Megalitiche, ma anche dal punto di vista paesaggistico. È un comodo sentiero, facilmente praticabile da chiunque desideri raggiungere la sua cima per godere di un meraviglioso panorama sulla vallata alifana.
Piedimonte Matese ha ben due centri storici, “Piedimonte vecchio”, borgo medievale e la Vallata, entrambi intrisi di storia e di importanti presenze monumentali.
Nell’attraversare il borgo medievale ci si trova davanti a scorci sorprendenti, stradine suggestive, tracce di strutture antiche inglobate in nuove abitazioni e reimpieghi di capitelli e metope. La passeggiata in ascesa termina nel punto più alto, costituito dalla chiesa di San Giovanni, di origine altomedievale, che presenta un portale gotico, dall’area antistante si gode un’incantevole vista sulla pianura alifana.
L’itinerario prosegue con la visita al rione Vallata che vanta un eccezionale monumento di età barocca: il santuario di Ave Gratia Plena con portale d’ingresso in marmi policromi e innumerevoli capolavori al suo interno, come l’imponente tela “Le nozze di Cana” di Nicola Maria Rossi, “Annunciazione” di Giovanni Balducci e il coro ligneo intagliato da Aniello Giordano.
Chi, invece, ha voglia semplicemente di rilassarsi un po’, può intrattenersi in Piazza Carmine o in Piazza Roma- per gustare la migliore pasticceria e gelati della zona- e trascorrere un po’ di tempo a fare shopping o a passeggiare lungo le strade principali della cittadina, per ammirare le vetrine elegantemente allestite dei numerosi negozi qui presenti. In occasione di particolari eventi, come ad esempio “Illuminarti”, numerosi artisti invadono le strade dei centri storici mettendo in scena spettacoli di teatro, mostre di forte importanza e grande rilievo, danza e canto. Un eccezionale pretesto per scoprire e vivere pienamente questo ammirevole comune.
Si prosegue su via Sorgente, dove dominano palazzi sette e ottocenteschi. Nei pressi della piazza intitolata a Ercole D’Agnese, cittadino martire della Rivoluzione partenopea, è collocato il complesso monumentale dell’ex convento domenicano di San Tommaso d’Aquino con chiesa adiacente, fondazioni medievali ma con rifacimenti successivi. La chiesa conserva il portale gotico d’ingresso, mentre sulle volte ogivali del chiostro maggiore del convento vi sono affreschi meravigliosi con il motivo delle “grottesche”.
Seguono due edifici di ineguagliabile pregio: la chiesa del SS. Salvatore e, collocata sul margine dell’antico borgo medievale, c’è l’imponente basilica di Santa Maria Maggiore.
Non molto lontano si trova la Cappella di San Biagio. Interamente affrescata, conserva pitture tardo-gotiche che riescono ad essere lussuose e rigorose allo stesso tempo, colpendo e sorprendendo anche i non appassionati all’arte.
Proseguendo si incontra la Chiesa di Santa Maria Maggiore, meglio conosciuta come “San Marcellino”. Edificata a partire dal 1725, fu benedetta dal vescovo Mons. Angelo Porfirio. Alla benedizione intervennero le principali autorità politiche, militari e tutto il popolo del Matese. Secondo le autorità del Trutta questa è stata la prima Chiesa della cittadina edificata nei pressi dei ruderi del teatro Gaetani, questa conteneva non poche opere d’arte tra cui tre tavole di Pietro Negrone, di cui oggi non si ha più traccia. Nella Chiesa si venera la statua di San Marcellino, patrono del paese.
A poca distanza spicca la maestosa mole del Palazzo Ducale che domina un panorama che va dalla città nuova alla piana del Volturno fino ai monti Trebulani, residenza della famiglia Gaetani dell’Aquila d’Aragona, principi di Piedimonte e duchi di Laurenzana. Nelle sue sale accolse tra Seicento e Settecento i più importanti artisti, musicisti, scenografi e letterati del Regno di Napoli.
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