Di Dania Sabbadini, Maddalena Della Moretta, Camilla Melotti.
La scuola, nella sua forma più semplificata, è composta da due elementi fondamentali: chi insegna e chi impara, il docente e lo studente; il fine ultimo della scuola è quello di educare e preparare i ragazzi al loro futuro in base a quale tipo di vita vorranno affrontare una volta usciti dalle superiori.
Eppure, come fa un ragazzino di terza media a sapere già “cosa vorrà fare da grande”? Nonostante ciò la scelta dell’indirizzo va fatta, e non saremo noi, piccoli giornalisti, ad accendere un dibattito a riguardo.
A rendere meno dolorosa quest’ardua scelta arriva il progetto orientamento, indispensabile fonte di informazioni a proposito di ogni indirizzo. A partire dai classici Open day e Campus fino al nuovissimo “pullman dell’orientamento” il Meneghini pare prendere a cuore, come è giusto che sia, questo tema.
Per parlare in modo più tecnico (ed evitare le famosissime fake news) abbiamo deciso di intervistare due ragazzi coinvolti da sempre nell’organizzazione di questi progetti: Sara Petenzi (parte del progetto da quattro anni) e Diego Balduzzi (nel progetto da tre anni), entrambi studenti della classe 5F.
Cosa consigliate ai ragazzi che si trovano a compiere questa scelta?
Diego Balduzzi: Consigliamo di scegliere con attenzione e farlo seguendo le proprie passioni, senza preoccuparsi troppo, visto che esiste sempre la possibilità di cambiare; inoltre consigliamo di non limitare la scelta solo valutando la vicinanza della scuola: la distanza non è un ostacolo così grande come sembra.
Sara Petenzi: Non concordo pienamente: mi piacerebbe riscontrare in futuro i legami che si sono creati tra la scuola e il territorio o anche tra studenti; sarebbe interessante rincontrare magari un ragazzo che aveva seguito un Open day e scoprire quale è stata la sua scelta.
Quali sono le difficoltà nell’amministrare un progetto così articolato come l’orientamento?
Sara Petenzi: Prima di tutto scegliere altri ragazzi affidabili e disponibili a contribuire, dato che occuparsi dell’orientamento non è facile: uno degli ostacoli è rappresentato dal fatto che, visto che non tutti i ragazzi in visita vengono da Edolo, ma anche da paesi lontani, raggiungere la nostra scuola può rappresentare una difficoltà.
Diego Balduzzi: Confermo. Organizzare incontri anche solo di due ore con i ragazzi e/o i loro genitori può apparire facile, ma trovare delle attività da svolgere che non siano troppo pesanti e che coinvolgano e interessino è abbastanza difficile; ci sembra comunque di aver raggiunto un buon risultato: già l’anno scorso avevamo adottato l’utilizzo di un gioco informativo, un brainstorming, ottenendo un esito positivo.
Cambiereste qualcosa nell’organizzazione?
Diego Balduzzi: Sono sorti dei problemi di mancanza di informazione dei ragazzi (o anche dei professori) durante una data del “pullman”; sarebbero da evitare queste incomprensioni: visto l’impegno messo e, spesso, la distanza del Meneghini dal luogo dell’incontro, arrivare in una scuola e scoprire di aver sbagliato è molto frustrante e scomodo. Inoltre bisognerebbe evitare di arrivare agli ultimi minuti ad organizzare attività anche di carattere frontale come campus, open day e micro-inserimenti per evitare brutte impressioni da parte delle famiglie in visita.
Sara Petenzi: Anche ottimizzare i tempi sarebbe un bel passo avanti per il nostro istituto e l’organizzazione di progetti. Mi sono già trovata a dover gestire più attività contemporaneamente per mancanze organizzative.
Spronereste i vostri compagni a partecipare più attivamente al progetto?
Sara Petenzi: Dal mio punto di vista trovo piacevole lavorare con i ragazzi e reputo l’orientamento un’esperienza da provare. Essendo il nostro ultimo anno, il prossimo orientamento sarà in mano ad altri ragazzi. Un po’ ci dispiace ma siamo sicuri che saranno bravissimi.
Diego Balduzzi: Anche io consiglio personalmente questo progetto, può essere anche interessante scoprire come un ambiente scolastico come quello delle medie, che non frequentiamo da cinque anni, è cambiato nel tempo.
Avete trovato più interesse per l’uno o l’altro indirizzo?
Sara Petenzi: tra tutti i progetti abbiamo riscontrato molto interesse per il forestale e il liceo scientifico ad indirizzo sportivo. Parlando ad esempio del corso forestale, durante l’ultimo Open day abbiamo ricevuto venticinque ragazzi mentre per il liceo sportivo si aggiravano intorno ai quindici; non è ovviamente detto che tutti frequenteranno questi indirizzi, ma rimangono comunque ottimi dati che segnalano molto interesse da parte dei ragazzi.
Diego Balduzzi: A proposito, abbiamo anche interpellato i genitori che si sono dimostrati soddisfatti della serietà del nostro istituto e delle sue potenzialità. Tornando invece ai numeri degli interessati, avremo dati precisi solo ad iscrizioni chiuse.
Rimangono altri incontri da fare?
Sara Petenzi: Abbiamo ancora un Open day, comune a tutte le scuole, l’11 gennaio e le iscrizioni si apriranno il 7 gennaio: quindi c’è ancora qualche ragazzo da incontrare.
Diego Balduzzi: Siamo arrivati alla conclusione del “pullman dell’orientamento”. Sono particolarmente soddisfatto, specialmente di questa attività, che evita grandi spostamenti ai ragazzi interessati portando direttamente a loro ciò di cui hanno bisogno.
Ultime considerazioni
I due ragazzi tutor ci tengono inoltre a ringraziare il professor Ragni a nome di tutti i collaboratori del progetto.