di Francesca Savina –
Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai in un lunedì. Probabilmente sceglierò uno dei tanti. Uno di quelli che: “Ieri sera ho fatto una passeggiata perché oggi dovevo venire qua”. Ti svegli, ti prepari: la parrucca non la indossi, tanto lì ti hanno vista anche senza sopracciglia. Cosa dovranno mai dire? La matita alle labbra, invece, la metti per te stessa e il mascara per compiacerti di quanto siano già lunghe le tue ciglia. Prepari la borsa degli alimenti, il necessario per uno spuntino, sperando nella mente che non ti serva anche il pranzo. Ti metti in macchina, arrivi nel Polo grigio ed entri in una realtà che a tratti è un pugno nello stomaco, ma che alla fine è tutta solidarietà. L’ascensore di destra è fermo già da un po’, la gente è sfortunatamente tanta e le tue gambe troppo deboli per fare le scale. “Dove va?” “Al terzo” “Non lo prende” “Lo avranno chiamato da giù” La porta dell’ascensore si chiude con una lentezza disarmante. In DH indossi sempre il sorriso. Perché tu sei così e perché chiunque lì mette o ha bisogno di allegria. Apri la porta gialla e subito a destra saluti gli infermieri indaffarati nella medicheria, poi prendi il numero. Quelle della segretaria sono le solite cinque domande e già dopo il primo mese inizia a rispondere lei per te. “Digiuno? Si”, “Celiachia? No”, “Certificati? Si”, “Febbre, raffreddore? No” “Va bene!”. La sala d’attesa è il posto degli incontri e la regola numero uno del DH è saper aspettare. Se puoi strappare un sorriso a qualcuno durante quell’attesa, che tu sia un medico, una volontaria, un infermiere o il paziente che avrebbe bisogno di quel sorriso, lo fai senza pensarci due volte. Intorno alle 11:00 il ragazzo con il tatuaggio sul collo porta il pranzo, ma prima avrai trascorso un’intera mattinata a cucinare crêpe, fare bracciali o magari a studiare nella piccola scuola dell’ospedale. In DH ci si annoia solo se lo si vuole. Il resto è tutta allegria, spensieratezza e un modo per non pensare al peggio. Eppure, ogni lunedì non vedi l’ora di tornare a casa.