di Arianna LOISI e Antonio PAPAPICCO – Signor Virgilio, ci parli di lei: dove è nato? Quando è vissuto? Cosa ha fatto nella sua vita?
Salve, salve a tutti! Allora, sono nato ad Andes (vicino a Mantova) nel 70 a.c., da una famiglia di propietari terrieri.
Nella mia vita ho composto vari poemi: le Bucoliche, le Georgiche…
Perché poi ha voluto scrivere l’Eneide?
Beh, verso gli anni 30 a.c venni scelto da Augusto per una prova impegnativa: quella di scrivere un poema che celebrasse la grandezza di Roma e la gloria della gens Iulia; a questa opera ho dedicato tutto il mio impegno fino alla morte. Questo poema mi piaceva tranne per alcune parti brutte o non perfette, ovvero i canti dedicati alle guerre di Enea nel Lazio.
Di cosa parla l’Eneide e come è strutturata?
Allora… Ho composto l’Eneide in 12 libri o canti; vi si narra la vicenda di Enea i cui discendenti fonderanno la città di Roma. Enea è stato perseguitato, ma è riuscito a sopravvivere alla distruzione della sua città, Troia, insieme al padre Anchise e al figlioletto Ascanio, detto Iulo (da cui nascerà la gens Iulia, appunto).