Il mio sport è quello che pratico da quasi tutta la mia vita ed è quello che vorrò continuare, soprattutto perché ho un gruppo di danza con cui vado tanto d’accordo e tutte quelle ragazze che vengono a provare sono sempre le benvenute. Con loro ho passato tante avventure molto divertenti. Danza la pratico dall’ultimo anno della materna . Con il mio gruppo ho fatto tante gare anche fuori Firenze e addirittura fuori dalla Toscana. La nostra prima gara è stata in terza elementare, quella non è andata tanto bene perché siamo arrivate ultime, però eravamo le più piccole e poi ci avevano spostato di categoria e per noi era sempre una vittoria; da quella gara ci siamo impegnate sempre di più e arrivavamo quasi sempre prime anzi la maggior parte delle volte siamo arrivate prime, siamo arrivate anche a vincere medaglie d’oro in gare nazionali dove c’erano scuole di tutta Italia. Una cosa che per tutto il gruppo è stata molto importante è quando siamo passate a Danza In Fiera: questa è una manifestazione che è difficile arrivarci perché prima bisogna passare altre due selezioni, poi si arriva a questa che sarebbe la finalissima. Con il mio gruppo quest’anno ci siamo arrivate e ne siamo state molto fiere. Ci siamo esibite sia sabato che domenica; sabato ci siamo esibite con persone tutte più grandi di noi e però gli abbiamo dimostrato chi sono le “Api o Melanzane”(che sarabbe il nome che ci siamo date perché avevamo prima la maglietta viola color melanzana, poi l’abbiamo cambiata con una gialla come le api, allora da quì è nato il nome di api o melanzane) e abbiamo vinto circa cinque borse di studio e c’erano dei gruppi che ne avevano presa solo una che era anche quella che avevano preso tutti. Abbiamo affrontato anche una gara a Perugia il 10 marzo: in quella gara eravamo eccitate soprattutto perché c’era una nostra compagna di nome Matilde che aveva il gesso, perché pochi giorni prima si era rotta il dito, e io ero già raffreddata da tempo ,poi la mattina della gara mi sentivo fiacca e allora i miei genitori mi hanno misurato la febbre e avevo 37. Però non potevo non andare ala gara perché era troppo importante per me e per le mie compagne che fossimo tutte presenti. Dovevamo affrontare un viaggio lungo 2 ore e la nostra insegnante aveva proposto di andare noi e il gruppo più grande in pullman. Io con imiei genitori avevamo deciso di andarci, ovviamente non eravamo tutte del nostro gruppo nel pulman però abbiamo passato un viaggio scherzando, ridendo, chiacchierando e dormendo. Arrivate a Perugia, dovevamo andare al teatro per andare a fare le prove, alla fine delle prove non resistevo più, ero troppo stanca. Prima della gara siamo andate in ristorante per pranzare, poi siamo andate di nuovo a teatro perché dovevamo cambiarci, truccarci e farci i capelli. Abbiamo passato la maggior parte del pomeriggio a prepararci fino a quando non toccava a noi. Io ero super in ansia e avevo paura di rovinare tutto perché stavo molto male. Quando siamo salite sul palco ho solo pensato a dare il massimo. Finito il balletto, io dovevo subito tornare nei camerini perché dovevo sedermi. Quando ci siamo cambiate, siamo andate in platea e abbiamo visto le altre performance, perché alla fine davano le borse di studio. Finite tutte le esibizioni, quelli che hanno organizzato la gara sono salite sul palco e hanno iniziato a dire delle cose e una frase che mi è rimasta impressa: la danza non è uno sport ma un’arte. Dopo il discorso che hanno fatto, hanno chiamato tutte le insegnanti per consegnare le borse di studio, ce ne erano solo 8 per 24 balletti. Quando hanno iniziato a dire i nomi delle performance io e altre mie compagne non credevamo che ce l’avessero data, ma quando hanno detto il nome del nostro balletto eravamo contentissime. Finita questa giornata, sono tornata a casa e ho pensato che la danza era il mio sport e che lo avrei fatto per sempre. Lo sport è importante perché serve alla salute di una persona, soprattutto per un bambino, io dato che sono una ragazzina ancora per tanto tempo potrò praticarlo. Tutti dovrebbero praticarne uno anche se non sono più tanto giovani.
Beatrice Ruocco / Scuola Secondaria di primo grado “Puccini” di Firenze