Fin da quando sono nato mi piaceva la magia, facevo finta di essere l’insegnante supremo di Harry Potter e correvo su e giù per casa con la scopa di mia madre. Mi piaceva tanto la magia, così un giorno i miei genitori mi iscrissero ad un concorso di magia dello stregone Fotter, ma prima dovevo inventare una magia e inviarla con il magophone di papà. Ogni giorno, quando finivo le magie, andavo a vedere se il Fufo, il falcone del mago, arrivasse per portarmi la lettera di ammissione e, dopo qualche settimana, eccolo che scendeva veloce nel quartiere, così il giorno dopo andai finalmente alla scuola tanto desiderata. Appena arrivato, l’aiutante Fio ci portò dentro le stanze, la mia era di colore bluastro e invece quella del mio amico Chico era nera. Notai subito che tutti ci guardavano in modo serio, anche il falcone! Ma notai anche i colori scuri che mettevano paura, perché raffiguravano alcuni animali che venivano uccisi con la magobacchetta. Dopo un po’ andai nell’aula dove studiare insieme ai miei compagni, ma il mago Fotter ci fermò davanti alla porta e ci fece mettere in fila uno dietro l’altro. Ovviamente c’ero prima io, poi il mio amico e poi gli altri miei compagni; ci fece entrare e ci mise in coppia ed io, per fortuna, mi ritrovai vicino a Chico. Ad insegnarci c’era solo un professore che si chiamava Corulto e con cui iniziammo subito la lezione di magomatica, poi di magoitalo e infine di magotoria. A sera venne il mago Fotter che ci elencò le regole da rispettare come buttare le cose nel magotorrone, rispettare i magoinsegnanti e soprattutto il magosovrano, ecc. I miei compagni sono i migliori perché ti prestano le cose e ti aiutano quando sei in difficoltà, in poche parole sono fantastici! Un giorno, mentre facevamo la gara di scope, caddi improvvisamente e una ragazza venne a salvarmi, così arrivammo primi tutti e due. Quando tornai a casa, scoprii che abitavamo tutti nello stesso quartiere, così nacque un’amicizia senza fine.