//Non sprechiamo…L’acqua

Non sprechiamo…L’acqua

di | 2019-06-10T21:01:47+02:00 10-6-2019 21:01|Alboscuole|0 Commenti
Testimonianze della ”memoria” del territorio.   Ci sono tanti angoli nella nostra città, carichi di suggestioni, che ci vengono dal passato che rivive attraverso i racconti dei nostri nonni e  assecondano i nostri stessi ricordi. Quante volte ci è capitato di giocare in villa con gli amici, di correre verso le fontanelle per ricevere sollievo da un sorso d’acqua. Noi ci siamo chiesti quale fosse la storia di quelle ”sorgenti di freschezza” che insieme alle fontanine sparse attraverso la città, testimoniano modi di vita di un passato che ci emoziona ancora perché ci appartiene. Nella città di Foggia la loro storia ha inizio nel 1904, con l’approvazione del decreto che regolamentava la costruzione di fontanili in ogni comune, in numero proporzionato agli abitanti:   “in ragione di una per ogni 2500 abitanti nei grossi centri che ne contano più di 20 mila, una per ogni 1500 nei comuni di popolazione compresa tra i 10 e 20 mila abitanti, ed infine una per ogni 1000 abitanti o meno nei centri minori. Ogni fontanina non dovrà erogare meno di 25 metri cubi d’acqua al giorno e dovrà dai comuni essere pagata al prezzo di 0,20 lire”.   Segni particolari: altezza 128 cm., base circolare 38 cm, forma conica, corredata di cappello e vaschetta di recupero delle acque, totalmente in ghisa, rubinetto a getto intermittente con meccanismo interno in ottone,  simbolo dell’Acquedotto Pugliese, la storica fontanina che tante piazze della Puglia e del meridione conoscono e che ha portato la prima acqua salubre pubblica in Puglia e che, ancora oggi, rappresenta l’icona indiscussa di questa epocale conquista sociale. Così si andava a prendere l’acqua alla fontana più vicina, per lavare, cucinare, per lavarsi e… C’era addirittura la fila delle donne! Alle volte si andava alla fontana anche per spettegolare o a sbirciare se, da quelle parti, per caso, passasse il fidanzatino o l’appuntamento era alla fontana. E’ ormai passato più di un secolo dalla loro nascita, e la loro funzione con il trascorrere del tempo, è andata scemando. Quando siamo andati a cercarle erano lì, alcune come vecchi giocattoli abbandonati che chiedono di sopravvivere, in virtù del ruolo svolto e,come sappiamo, questo si può realizzare attraverso la memoria. Tuttavia ancora oggi, a piazza Villani possiamo vedere gente che ”riempie l’acqua’. Abbiamo visto un uomo che lavava una scopa! C’è forse gente che ha ancora bisogno delle fontanine? Riportare alla “luce” questi reperti “storici”, in tempo non troppo lontano, elementi cardine nella vita delle persone, varrebbe a rigenerare il nostro passato e a sostenere il presente che è armato di sfide sempre più irrinunciabili.