Articolo originale tratto da “Le Scienze”, Novembre 2018 Rielaborato da Gaia Lucchi, Helen Lunka, Cristian Pojar, Gabriel Gjopepaj.
La vita su altri pianeti potrebbe essere rilevata grazie a segnali di natura tecnologica.
La NASA ritorna in gioco, abbandonato nel 1993, quando aveva eliminato il proprio programma per la ricerca di vita intelligente o SETI. Nel 2018 ha scoperto migliaia di esopianeti (pianeti che non appartengono al sistema solare ma appartenenti ad una stella diversa dal Sole) con condizioni di vita abbastanza alle nostre.
Nei prossimi anni potremo frontalmente cercare tracce di vita all’esterno del nostro sistema solare.
La ricerca di vita intelligente non è più quello di 60 anni fa, quando il radioastronomo Frank Drake iniziò a cercare di scoprire la possibilità di intercettare segnali radio provenienti da stelle vicine al Sole. Negli ultimi anni, molti studi hanno proposto nuove idee per ingrandire il campo dei segnali tecnologici
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attraverso le osservazioni astronomiche. Sono presenti anche i segnali ottici, come gli impulsi luminosi prodotti dai laser, osservare i gas rilasciati nell’atmosfera degli esopianeti dalla attività industriale, o i segni di illuminazione artificiale su scala planetaria. Sono ipotizzate dal fisico Freeman Dyson gigantesche sfere costruite intorno ad una stella cosicché possa raccogliere l’energia che rilascia nello spazio. È molto alta la probabilità di presenza di nubi di polvere attorno ad una stella.
La Nasa dunque dichiara la probabilità di vita intelligente su gli esopianeti.