In data 26 Gennaio 2019 sei classi (3A, 3B, 3C, 2A, 2B, 2C) del Liceo Classico “D. Morea” si sono recate a Bari, presso il Museo Archeologico di Santa Scolastica per l’innovativa mostra ”Binario21”, dedicata alla giornata della Memoria, che ricorre ogni anno come un tuffo nel passato per impedire che le vicende accadute si ripresentino, un viaggio della mente indietro nel tempo per essere consapevoli della terribile capacità dell’uomo di commettere errori ed orrori.
Il titolo della mostra è stato ripreso dal nome di un vecchio binario che percorreva, sotto il manto stradale, l’intera Milano. In precedenza era utilizzato come scarico dei vagoni postali, ma durante la seconda guerra Mondiale si è deciso di utilizzarlo come vagone per i deportarti, ebrei e non. Le mete di questi “treni della morte” erano i campi di smistamento, concentramento e sterminio.
Tra il 1943 e il 1945 ventitré convogli partirono dal Binario 21. Il viaggio più terribile fu quello del 30 gennaio 1944 poiché ben 605 prigionieri partirono da Milano, tutti italiani di origine ebraica. Grazie alla senatrice a vita Liliana Segre, deportata e sopravvissuta, comprendiamo che, quando gli ebrei venivano deportati, mancava evidentemente il sentimento della pietas, un sentimento che spesso ancora oggi sentiamo carente nella coscienza di troppi uomini. La senatrice continua “C’era quel razzismo che ci porta a dimenticare che non esiste altra razza che quella umana. Forse Dio era distratto mentre ci portavano al macello nell’indifferenza generale”. Perciò oggi il Binario 21 è divenuto un memoriale per la Shoah, con l’intenzione di trasformare l’incubo per cui è stato utilizzato in un luogo di incontro, di scambio culturale e religioso.
I ragazzi del Morea, dopo aver visitato la mostra fotografica illustrata da una guida con le testimonianze di lettere e ritrovamenti dai campi di concentramento di Aushwitz-Birkenau, si sono recati all’esterno del Museo, accompagnati da una strana figura. Era Sara, una donna che stava prendendo il Binario 21.
Ragazzi e professori sono stati invitati a salirci e hanno assistito ad una performance teatrale di 15\20 minuti all’interno di un vagone ferroviario, ispirata alle testimonianze di chi ha viaggiato su quei treni: difatti l’esibizione aveva come protagonisti un padre e una figlia, che all’improvviso si sono visti spogliati di tutti i lori averi, in viaggio senza saper verso dove né perché.
La visita si è conclusa con la visione di un’istallazione video, in cui musicisti e cantanti si esibivano all’interno del campo di Auschwitz, ormai abbandonato, in memoria delle vittime dell’olocausto.
La visita a cui hanno partecipato i ragazzi e i professori ha messo in risalto l’orrore di quello che è stato. Bisogna, però, espandere lo sguardo critico, mettere in risalto altri errori commessi dall’uomo: le foibe, lo sterminio degli armeni, dei nativi americani, dei curdi… Purtroppo la lista è assai lunga e Primo Levi nel capolavoro “Se questo è un uomo” scriveva a proposito della Shoah: “ Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono essere nuovamente sedotte ed oscurate : anche le nostre”.
Si ringrazia la proposta dell’Associazione Marluna Teatro di Trani, in partnership con le guide turistiche di Confguide Bari.
MARIA VITTORIA COPPI,
GIANNI D’APRILE ELEFANTE,
ROSEMARY RADOGNA, II C LC