GIADA DIANA (IIIA) – Già da diverso tempo si sente parlare di bullismo, inteso come un comportamento sociale di tipo violento e intenzionale, di natura sia fisica che psicologica, che viene attuato nei confronti di persone considerate bersagli facili e/o incapaci di difendersi”. Il bullismo è uno dei fenomeni più sviluppati nel mondo odierno; esso si manifesta come una violenza, che può essere fisica o psicologica, da parte di una o più individui nei confronti di una persona debole, andando a provocare ferite difficili da risanare. Esso può dividersi in bullismo diretto, ovvero tra bullo e vittima, che può dividersi a sua volta in bullismo fisico, verbale, psicologico e Cyber-bullismo, e in bullismo indiretto, meno visibile ma non meno pericoloso. Il termine “bullo” significa letteralmente “prepotente”, una delle tante componenti del bullismo inteso come un fenomeno multidimensionale; infatti il bullismo comprende una grande vastità di comportamenti come la discriminazione, le molestie e il plagio. La vittima può essere scelta sia in modo casuale sia in modo arbitrario, indipendentemente da ciò si ha l’isolamento di questo individuo e l’accanimento del maggior numero di bulli contro la sua figura. Può interessare diversi ambiti come quello scolastico (in palestre, scuolabus, bagni), infatti è proprio nelle scuole che si verificano gli atti di bullismo maggiori, in cui spesso la classe partecipa sia in modo attivo, andando a coalizzarsi contro la vittima, sia in modo passivo, osservando ciò che accade e facendo finta di nulla andando ad acconsentire quell’atto di violenza. Si può dire che con il bullismo si ha un vero e proprio ritorno al passato con la ricerca di un “caprio espiatorio” che nella maggior parte dei casi è innocente o parzialmente innocente; a peggiorare il fenomeno del bullismo abbiamo la formazione del bullismo in Internet, ovvero il Cyber-bullismo, che come nel bullismo tradizionale tende ad attaccare il più debole, in base all’orientamento sessuale, all’aspetto fisico, alla religione, al carattere e a molte altre cose. Coloro che attuano il Cyber-bullismo sono stati definiti “leoni da tastiera”, ed è, a mio parere, la definizione adatta a questo tipo di individui che come dei leoni cercano di attaccare la loro “preda”, ma che agiscono solamente dietro ad uno schermo, molto probabilmente perché sono più deboli della stessa vittima. Sono molte le gravi conseguenze di questi atti di violenza, tra cui la depressione e il suicidio. La storia che più mi ha colpito è quella di Manuel, un ragazzo di diciannove anni che vive in un paesino nella periferia di Roma e che soffre di un ritardo cognitivo. Tutto ha inizio nel 2009, il suo primo anno alle superiori, quando giorno dopo giorno, la madre Matilde scopre uno a uno tutti i segni di bruciatura causati dalle sigarette che i suoi compagni gli spengono sul corpo. Per ben undici volte Manuel finisce in ospedale, fino a quando nel 2012 la madre denuncia due ragazzi, “compagni” del figlio, ma la denuncia viene respinta in quanto Manuel non è in grado di rendere testimonianza. Dopo tutti questi anni Manuel torna ancora a casa con la tuta bruciata e con ustioni di secondo grado alle ginocchia difendendo coloro che ai suoi occhi appaiono amici e che non ha il coraggio di denunciare, la madre disperata continua la sua lotta per quel figlio che per venti anni ha riempito le sue giornate di gioia e felicità, che una sofferenza così forte non la meritava per nessun motivo al mondo. Questa è la prova di come la società, influenzata dalle mille mode del momento, dai brutti esempi, dalla voglia di elevarsi a un livello superiore, fallisce ogni giorno sempre di più, e fa di coloro che avrebbero bisogno di maggiori attenzioni le vittime occasionali di coloro che senza pietà li utilizzano come sfogo della loro vita infelice. Il 07 febbraio 2017 è stata celebrata la prima giornata nazionale contro il bullismo, intitolata “Un nodo blu”, un piccolo passo per combattere il bullismo, sviluppato in tutto il mondo, che ha bisogno di un enorme gruppo, unito dalla volontà e dal desiderio di sconfiggere ed eliminare un fenomeno triste e violento che crea sofferenza e timore anche per tutti i genitori che devono lasciare i loro figli in questo mondo grande e imprevedibile.