//Dal disagio alla criminalità. Quale giudice per i minorenni?

Dal disagio alla criminalità. Quale giudice per i minorenni?

di | 2019-06-03T06:18:08+02:00 3-6-2019 6:17|Alboscuole|0 Commenti
Nell’ambito del Progetto MIUR-USR-Puglia-AIMMF e LIBERA dal titolo “Dal disagio alla criminalità. Quale giudice per i minorenni?” i giudici onorari Filippo Campobasso e Massimo Lattanzio hanno incontrato tutti gli alunni delle classi seconde il 13 maggio 2019. Gli alunni nei mesi precedenti sono stati opportunamente preparati dai docenti di Lettere seguendo le linee guida del progetto stesso. L’incontro nelle classi si è svolto con un brainstorming sui termini DISAGIO e DISADATTAMENTO: ogni ragazzo ha espresso liberamente il proprio pensiero e la propria riflessione per scoprire, con la guida del giudice, che sono proprio tali condizioni e le problematiche ad esse connesse che, sempre più frequentemente, conducono gli adolescenti a commettere atti illegali. Ed a quel punto ecco l’importanza del Giudice Onorario del Tribunale dei Minorenni, che, grazie alla sua competenza anche in ambito psicologico e pedagogico, ha il delicato compito di “indagare” nella vita del minorenne, la sua famiglia, la scuola che frequenta, le sue amicizie… per comprendere quale la genesi di tali comportamenti prima di sottoporlo ad una pena. In tale indagine il Tribunale è coadiuvato dai Sevizi Sociali, dal Consultorio Familiare e da altre Istituzioni che possano far conoscere meglio la storia del ragazzo. Il primo e più importante obiettivo del Tribunale, infatti, è quello non già di infliggere una condanna al ragazzo ma di recuperarlo e reinserirlo nella società; ed ecco perché il Giudice è molto attento ad ascoltare ed osservare il minore poiché anche dal suo comportamento, dipenderà il provvedimento. I ragazzi hanno prestato massima attenzione in questa fase, apprendendo che, in presenza di un reato commesso la prima volta, un’ammissione dello stesso e il sincero proposito di non reiterarlo, è previsto il Perdono Giudiziale. Man mano che la gravità aumenta così come cambia l’atteggiamento del minore, sono previste il Collocamento in Comunità o la Messa alla Prova, un periodo di almeno un anno, durante il quale il minore viene sottoposto a controlli, restrizioni e deve impegnarsi anche a prestare servizio in Associazioni di Volontariato. Nei casi più gravi però, anche per un ragazzo di soli 14 anni, possono aprirsi le porte del carcere minorile. Gli alunni hanno prestato molta attenzione e hanno posto molte domande ai giudici che hanno risposto con chiarezza.