Autrice
Caterina Volpe, 2°C
Scuola secondaria di primo grado “S. G. Bosco – A. Manzoni” , Toritto (Ba)
Siamo a Parigi, è il 1942; Edmond Batignole è un piccolo bottegaio che vive in una Francia occupata dai nazisti. È un uomo mediocre perché non prende posizione riguardo a quello che sta succedendo, disinteressato alla politica e alle ingiustizie consumate dai tedeschi, ma si cura solo dei suoi affari. Un giorno i suoi vicini – una famiglia di ebrei denunciata da suo genero – vengono arrestati e deportati. Sua moglie chiede a Pierre Jean, fidanzato della figlia e collaborazionista tedesco, che venga loro assegnato il prestigioso appartamento di questa famiglia. Edmond non si oppone e accetta la cosa. Ma proprio nel giorno in cui la famiglia Batignole si trasferisce nell’appartamento e festeggia insieme agli ufficiali tedeschi, suona alla porta Simon, uno dei bambini della famiglia ebrea, che è riuscito a fuggire prima di essere deportato in Germania.
Edmond all’inizio vuole mandarlo via, ma poi decide di aiutarlo e a lui si aggiungono altre due bimbe, Sara e Giulia Cohen, che sono le cugine di Simon, anche loro sfuggite alla deportazione.
Alla fine Edmond fa la cosa giusta e riesce a trovare i soldi per organizzare la fuga dei tre bimbi in Svizzera. Ma Pierre Jean li scopre e minaccia di denunciare Edmond, ma questo lo uccide e fugge in treno insieme ai tre bimbi. La figlia, benchè fosse la fidanzata di Pierre Jean, appoggia il padre.
I quattro arrivano in una fattoria vicino al confine, dove vengono ospitati da Irene, il cui marito è prigioniero di guerra. Qui rischiano di essere arrestati per la sbadataggine dei bambini, ma anche in questo caso riescono a non farsi arrestare dai tedeschi.
Alla fine Edmond riesce a portare i bambini alla frontiera svizzera e, al momento di salutarli, decide che vuole rimanere con loro per cambiare \vita.
I bambini grazie a lui si salveranno, ma non rivedranno mai più le loro famiglie.
Questo film mi è piaciuto molto perché è una commedia ironica, intelligente, che riesce con leggerezza a parlare in modo efficace di una pagina nera della storia, sfiorando appena la tragedia ma lasciandola intuire.
Il protagonista è un uomo qualunque e superficiale che gradualmente acquista una sua dignità e che dimostra alla fine anche un atto d’amore verso i ragazzi e un senso di tutela di quei bambini che non vuole lasciare soli in un paese sconosciuto. L’unica pecca, a mio parere, è l’uccisione di Pierre Jean