Oggi, 23 maggio, anniversario della strage di Capaci in cui furono uccisi dai mafiosi il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i poliziotti Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani, tutta la “Cesareo” ha vissuto momenti intensi all’insegna della memoria, della legalità e dell’impegno.
Alcune classi terze, in rappresentanza di tutta la scuola, hanno accolto al porto di Palermo la nave della legalità, alcuni alunni sono stati presenti nell’aula bunker e altri ancora hanno assistito alla finale del torneo “Diamo un calcio alla mafia”; nel giardino della scuola tutte le classi seconde hanno condiviso riflessioni, commenti, poesie, brani musicali, stralci di testi letterari – molti dei quali in inglese, francese e spagnolo – incentrati su quanto accaduto il 23 maggio e il 19 luglio 1992 e finalizzati a tenere viva la fiaccola della memoria e il testimone dell’impegno.
La seguente poesia – composta da una docente, la professoressa Giusi Dragotta – compendia egregiamente il senso di questa giornata.
Della strage di Capaci fare memoria
è ricordare una pagina triste della nostra storia.
Oggi: fiumi di comizi, cortei, parole
e coinvolgimento attivo in tutte le scuole.
Fare tutto questo però non basta
se non vogliamo più bandiere a mezz’asta.
Ciascuno deve crescere nella legalità
nel rispetto coraggioso e nella lealtà.
Tanti uomini sono stati eroi feriali
non erano angeli con le ali.
La straordinarietà dei loro gesti
era quella di vivere da onesti.
Così tutti saremo uomini e donne di “rispetto”
se gioiremo dentro il nostro petto
ogni volta che diremo “NO” al malaffare e alla prepotenza
e non ci piegheremo con omertà al silenzio dell’impotenza.