È una gara di matematica che da molti anni coinvolge tanti studenti di tutto il Mondo. I quesiti vengono preparati da insegnanti delle più prestigiose Università e sono una bella sfida per voi ragazzi; le risposte, spesso non sono facili, richiedono l’attivazione di strategie, a volte impegnative ma sempre stimolanti.È contenta di aver aderito a questa iniziativa? Sono particolarmente soddisfatta di come avete affrontato la gara. Quali aspettative ha? Spero che questa iniziativa, oltre a favorire il confronto e le relazioni con gli altri, serva a mettervi in gioco, a stimolarvi, a raggiungere nuovi traguardi e, soprattutto, a lasciarvi “affascinare” dalla bellezza della Matematica. Sarebbe contenta se alcuni alunni arrivassero in finale? Sarebbe una bella soddisfazione per la nostra scuola se alcuni alunni superassero la prova, sono molto compiaciuta di come voi alunni avete affrontato la gara, anche se è già una piccola-grande vittoria aver partecipato. Ora vorremmo farvi sentire l’esperienza di una ragazza della nostra scuola, Giulia Angelillo, che frequenta la terza e che l’anno scorso è riuscita ad arrivare in semifinale a Milano. Sono arrivata a Milano con la mia famiglia e la mia professoressa. Una volta lì ci siamo diretti al Politecnico, ognuno doveva stare nell’aula con i ragazzi della propria età. Mi ricordo ancora una particolarità che non dimenticherò mai: verso gli ultimi esercizi, ero in dubbio se la risposta era 11 quindi non l’ho segnata, ma, una volta uscita, ho sentito tutti dire che la risposta che volevo dare era giusta, e ancora mi pento di non averlo segnato. Non ci credevo, mi ricordo che la prof. di matematica entrò in aula felicissima, perché era sicura che sarei arrivata in semifinale. Fino a metà, prova ero agitatissima, mi tremavano le gambe perché non riuscivo a metabolizzare l’emozione, anche se il giorno prima ero stata al computer ad esercitarmi sulla prova. I miei genitori sono rimasti scioccati e ancora adesso sono orgogliosi e fieri di me.
Il Kangourou è una competizione attiva in Australia già dal 1981 ed introdotta in Europa nel 1991. Il logo della competizione, che rappresenta un canguro, si deve al semplice fatto che la gara è nata nella patria nativa di questo mammifero. Ha un obiettivo educativo: diffondere una cultura matematica di base. All’interno di questa prova, ci sono 30 quesiti a risposta chiusa, il tutto deve essere svolto in 75 minuti. Abbiamo deciso di intervistare la prof.ssa Terriaca, responsabile del progetto Kangourou del nostro plesso, raccontandoci cosa ha provato.
Cosa ne pensa del Kangourou?