Noi bambini del Pon “Bordonews – giornale scolastico online” il giorno 10 aprile 2019 abbiamo intervistato il nostro dirigente scolastico Giuseppe Monopoli e lui ha risposto con molta disponibilità a tutte le domande. È stata un’ intervista a 360°, per metà personale e per l’ altra metà tematica sulla scuola. Ve la proponiamo.
Era un bambino vivace o tranquillo?
Io ero un bambino abbastanza tranquillo, vivace in parte, ma non irrequieto, in classe non davo fastidio, mi piaceva imparare, conoscere nuove cose, vivace in quel senso sì.
Era bravo a scuola?
Sì, sono sempre stato abbastanza diligente.
Ha mai fatto scherzi agli in segnanti?
No, non facevo scherzi agli insegnanti, all’epoca non era facile farli. Se li facevamo, era perché gli insegnanti scherzavano con noi.
È mai “andato dal preside”?
Non sono mai stato mandato dal preside perché non facevo mai il monello. Andavo dal preside solo quando in prima superiore facevo il rappresentante di classe.
C’è una “brutta figura” fatta da bambino che ricorda ancora oggi? E da adulto?
Avevo 5 anni, cantavo molto bene ma ero molto timido. Quando c’erano le “riunioni di famiglia” con zii e nonni mi chiedevano sempre di cantare. Una volta, appena finita la canzone comincia a piangere a dirotto e andai a nascondermi.
Da grande, invece, è stato il primo giorno di scuola nel ruolo di insegnante. Avevo 21 anni ed era una scuola situata tra Castellana e Monopoli. La collaboratrice scolastica, appena entrato mi disse: “Giovane, che vuoi?”. Io risposi “Sono venuto per insegnare” e lei mi chiese subito scusa. Poi durante un’assemblea, quando arrivai la segretaria disse: “È arrivato il professor Monopoli”. E scoppiarono tutti a ridere perché stavamo a Monopoli e il mio cognome era proprio Monopoli. Più che una figuraccia mi trovai spaesato.
Aveva dei buoni rapporti con i suoi compagni di scuola? Con alcuni di loro è rimasto in contatto?
Sì, soprattutto con i compagni della scuola media e alcuni delle superiori. Di quelli delle elementari ne ho ritrovato uno un po’ di tempo fa perché suo figlio andava a scuola con il mio, quindi ci siamo ritrovati come genitori.
Qual era la sua materia preferita? E la più odiata?
La musica e la matematica erano le materie che mi piacevano di più. Odiate proprio non ce ne sono state, quelle che mi piacevano un po’ meno erano la storia e la geografia e anche l’arte, perché non sono mai stato bravo nel disegno.
Praticava qualche sport? E ora?
Non praticavo sport perché io oltre ad andare a scuola studiavo musica, quindi avevo poco tempo da dedicare allo sport. Adesso vado a correre o in bicicletta, ho provato ad andare in palestra ma con gli orari non ce la faccio.
Quali hobby ha al di fuori del suo lavoro di preside?
Mi piace la musica, suonarla e ascoltarla, andare al cinema, leggere, andare a teatro, navigare su internet non solo per lavoro ma anche per informarmi.
Prima di essere preside ha avuto altri lavori? Se sì, quali?
Sì, tutti i presidi prima di fare questo lavoro devono insegnare, io per 20 anni alla scuola media ho insegnato musica, prima di quello ho suonato in molti concerti ed ero anche solista, quindi ho fatto lavori essenzialmente relativi alla musica.
Che studi ha fatto e quanti anni ha impiegato a diventare dirigente scolastico?
Gli studi che ho fatto sono scuola elementare e media, poi sono passato a fare l’istituto tecnico-commerciale e contemporaneamente ho studiato conservatorio, poi ho preso la laurea in Informatica. Per diventare preside non ci vuole tanto tempo.
Cosa l’ha spinta a diventare dirigente scolastico?
A me piaceva insegnare, ma quando si è docenti arriva un momento in cui si sente l’esigenza di fare qualcosa in più. Io ci ho provato.
È facile o complicato dirigere una scuola?
Più che complicato è complesso dirigere una scuola, perché hai a che fare con tante persone sia all’interno sia al di fuori dell’istituto. È come mettere insieme tanti pezzi di puzzle però di cui non hai un disegno completo. Non c’è una figura da cercare, è come se ci sono tanti pezzettini e tu devi cercare di metterli tutti insieme.
Come sono i rapporti con gli insegnanti, gli alunni e i genitori?
Io penso buoni, ma bisogna sentire anche cosa dicono gli insegnanti! Qualche volta c’è bisogno di discutere, ma con i bambini no, perché sono ancora piccoli.
Con i genitori, in generale buoni. Certe volte vengono da me con richieste assurde. Ci si confronta e io non ho mai alzato la voce, non mi sentirete mai gridare, non litigo mai, ma a volte c’è bisogno di mettere in chiaro alcune cose.
Prima di questa scuola è stato preside in altre? E dopo vorrebbe andare in un’altra ancora?
No, non ho avuto altre scuole da dirigente scolastico prima di questa, e non so se ne avrò altre, perché non decido io.
Nella scuola ci sono diverse cose da sistemare: le pensiline, la Lim della 5°C , alcuni radiatori, alcune finestre, le tubature… Quando e come pensa di risolvere questi problemi?
Chi deve intervenire è il Comune, cioè l’Amministrazione comunale. Noi continuamente mandiamo delle lettere, a volte veniamo ascoltati, ma la maggior parte delle volte no. Quindi non so quando saranno risolti i problemi.
Questa scuola è sicura per chi la frequenta?
Dal punto di vista della sicurezza degli ambienti questa scuola è sicura. Qualche anno fa sono state fatte delle verifiche di sicurezza di staticità dell’ambiente.
Ci sono progetti in corso per rinnovare la scuola o dotarla di nuovi strumenti didattici e informatici?
Noi normalmente utilizziamo dei fondi europei, poi ci sono dei Pon che si occupano delle apparecchiature, come questa Lim, che è stata acquistata con dei fondi Pon e i computer che abbiamo ma non possiamo utilizzare a causa dell’impianto elettrico. Ma l’innovazione non è solo pc e tablet.
Che ne pensa della possibilità di indossare tutti una divisa come nelle scuole inglesi?
Io penso che la divisa sia un simbolo di identità: se io ho una divisa mi sento parte di una comunità. Se però la divisa è uguale per tutti no, perché ognuno di noi è unico ed essere tutti uguali non è giusto. A me piace molto quando indossate la maglietta della scuola, perché ogni classe ha un colore diverso.
Se potesse, quale materia inserirebbe nei programmi scolastici?
L’educazione alle emozioni.
Può darci un consiglio su come essere dei buoni alunni? E cosa ci consiglia per il nostro futuro nella scuola media?
Credere in voi stessi e imparare a riconoscere e rispettare i ruoli delle persone, una cosa che manca in questa società.
Ci sono dei bambini che non hanno comportamenti corretti e rispettosi nei confronti dei beni comuni. Cosa gli vorrebbe dire?
Io prima di dire qualcosa ai bambini vorrei dirla ai genitori, perché purtroppo gran parte dei comportamenti sbagliati deriva da un’educazione che noi genitori non diamo in maniera adeguata. Non riusciamo a far capire che la cosa pubblica è una cosa di tutti e non di nessuno. Noi abbiamo l’idea che se il telefonino è mio è mio. Se un banco è nostro non è di nessuno e quindi posso fare tutto quello che voglio. Rovinare le giostrine, i parchi giochi… alla fine che cosa ne deriva? Se io vado e sfascio un albero, che soddisfazione ottengo? Tolgo solo la possibilità alle persone di goderne. Purtroppo la colpa ce l’abbiamo noi genitori.
Ha un sogno nel cassetto che non è riuscito ancora a realizzare?
Ci sono tanti sogni nel cassetto, però preferisco tenerli lì. Alla fine, diventando vecchio come me inizi a capire che non puoi realizzare tutto nella vita, quindi se uno dovesse vivere solo nei suoi sogni non realizzati alla fine non sarebbe mai soddisfatto di niente.
Voi invece è opportuno che i sogni continuiate ad averli.
Noi il preside ce lo aspettavamo più severo, invece si è mostrato un uomo gentile, allegro, gioioso, buono e disponibile. Con noi è stato serio in alcuni momenti, ma in altri anche molto simpatico.