Sabato 6 Aprile, noi, studenti della 1B del Morea, abbiamo trascorso la mattinata a Noicattaro, presso il viale antistante il palazzo della Cultura, dove si è tenuto l’ultimo incontro della settima edizione di “Il
Libroscopio: settimana della cultura scientifica”. Divisi in due gruppi, in tredici abbiamo assistito al laboratorio numero 10: “Alla scoperta delle Geoscienze”, tenuto dalla dottoressa Giovanna Agrosí e dal professor Domenico Liotta del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Bari.
Il laboratorio era incentrato sull’importanza del ruolo che la geologia e, di conseguenza, il geologo ricoprono al fine della tutela del nostro pianeta. La geologia è, infatti, lo studio della storia della Terra per capire e controllarne il futuro. Le fonti più importanti che ci permettono di risalire agli avvenimenti e ai fenomeni manifestatisi nel corso dei millenni e di ricostruire questa storia, sono le rocce. Parte del laboratorio è stato dedicato proprio alla riscoperta di questi materiali, ciascuno dei quali, al suo interno, ha qualcosa da raccontare ed ogni roccia, ogni fossile è un minuscolo tassello di un puzzle di oltre 2 miliardi di anni.
Fino ad oggi sono stato classificati all’incirca centonovanta diversi tipi di rocce. Le nostre “guide” ce ne
hanno mostrate otto: una calcite; una rudiste, antica creatura marina risalente al periodo del Cretaceo; un ossido di aragonite; un pezzo di marmo saccaroide di Carrara composto di cristalli simili a zucchero, sottoposti a metamorfismo; pirite, minerale comunemente noto come “l’oro degli stolti”; un’ametista, una particolare varietà di quarzo, che rientra nella categoria delle pietre semipreziose e infine una stalattite, una spettacolare formazione calcarea che pende nelle grotte soggette a fenomeni di carsismo, come ad esempio le nostre Grotte di Castellana. Questi esemplari sono bastati ad aprire le nostri menti e a farci affacciare ad un mondo totalmente nuovo: appunto quello della geologia, una branca della scienza che purtroppo attira e affascina sempre meno diplomati, troppo spesso sedotti dal miraggio della Facoltà di Medicina, ma che è di fondamentale importanza per la vita dell’uomo e la salvaguardia della Terra. Uno dei numerosi compiti del geologo è, infatti, quello di trovare le materie prime e le fonti rinnovabili da cui ricavare energia, tanto è vero che tale mestiere nasce proprio durante la Prima Rivoluzione Industriale, intorno al 1750.
“Pensiamo quindi”, afferma il dottor Liotta, “che quando per esempio accendiamo la luce della nostra
cameretta, possiamo farlo grazie al fatto che, dietro tutto, c’è anche il lavoro di un bravo geologo, che ha trovato un giacimento di petrolio da cui “estrarre” energia sufficiente a generare corrente elettrica”. Ma il geologo svolge altre importantissime funzioni, come ad esempio quella di tenere costantemente sotto controllo i vulcani e tutti i fenomeni ad essi legati, al fine di prevedere, grazie a segnali premonitori, una loro eventuale eruzione. I vulcani sono oggi considerati “pericolosi”per l’uomo, come effettivamente sono, ma “la realtà”, sostiene ancora Liotta, “è che la natura è fatta per l’uomo e l’uomo è fatto per preservare la natura”.
E quindi occorre studiare, non aver paura.
Niccolò Eliot Cannone, I B