//Tancredi, il boss pentito che decide di collaborare con la giustizia (di Francesca Di Giacomo)

Tancredi, il boss pentito che decide di collaborare con la giustizia (di Francesca Di Giacomo)

di | 2019-04-10T22:06:15+02:00 9-4-2019 21:44|Alboscuole|0 Commenti
Un magistrato antimafia, un imputato e un maresciallo. Non è un’aula di giustizia, ma l’auditorium della scuola media “Michelangelo” di Bari, dove il pubblico ministero Renato Nitti, un vero magistrato, simula l’interrogatorio del pentito Tancredi (nome di fantasia per tutelare la privacy dell’imputato), il tutto è basato su di un vero verbale redatto di fronte agli alunni delle classi terze. Tancredi ha deciso di uscire dall’omertà che governa le regole della mafia e, sollecitato dal dott. Nitti, racconta il suo esordio nel mondo della criminalità, dello spaccio di droga, dell’affiliazione con il clan di Vito u’gnor, delle regole del clan e dell’obbligo al silenzio come patto di sangue. Tancredi racconta che insieme al suo amico Filippo spacciavano droga nelle scuole e per le strade del quartiere, dove si contendevano il territorio con un altro clan, quello di Franco il biondo. Tancredi racconta che all’inizio spacciava direttamente lui cocaina e hascisc e che poi cominciò a coinvolgere sempre più ragazzi in questa attività criminale. Poi il suo amico Filippo, spaventato dall’altro clan e dalla sempre più costante presenza della polizia, decide di chiudersi in casa, ma Vito u’gnor non lo perdona e ordina a Tancredi di andare a prendere il suo amico, altrimenti sarebbe morto. Tancredi non riesce a tradire Filippo e decide allora spontaneamente di collaborare con la giustizia per tutelare la sua famiglia, i suoi figli. I pentiti hanno diritto ad un programma di protezione. Il dott. Nitti lo incoraggia a raccontare tutto del suo clan, con nomi e cognomi dei boss e dei mafiosi. La famiglia, poi convocata e inizialmente preoccupata delle sorti del figlio, capisce ad un tratto tutto, cioè che il figlio ha violato l’omertà ed oramai sia lui che loro sono degli infami. Madre e padre non vogliono accettare la protezione, così ritornano a casa in un’ora e non trovano altro che un mucchio di macerie: il messaggio è chiaro e tondo, loro sono degli infami e il loro territorio è stato invaso. Solo allora decidono di accettare la protezione e la residenza in una località segreta. L’indagine è chiusa!