Maria Loguercio – Nella mia scuola il 9 aprile, verrà Giovanni Impastato, fratello di Peppino Impastato. All’ idea di questo incontro sono felice, perché avremo delle testimonianze dirette e non credo che ci possa essere un modo migliore per affrontare con noi ragazzi l’argomento “Legalità”. La nostra professoressa ha fatto tanto per fissare questo incontro e mi ritengo fortunata, perché penso che sia importante per farci comprendere appieno tutto ciò che c’è da sapere su Peppino Impastato e chi, come lui, ha dato la vita per combattere l’illegalità.
Tutto quello che abbiamo fatto e stiamo facendo a scuola, per quello che noi ragazzi possiamo fare, è finalizzato non solo ad educarci alla legalità, ma anche a non perdere la speranza.
Non perdere la speranza in un mondo così ingiusto e in cui le persone prevalgono le une sulle altre, è difficilissimo.
Secondo me ci sentiamo soli, pur essendo in tanti, in tanti più di LORO. Se solo fossimo più uniti, potremmo anche farcela ad abbattere la mafia.
Durante l’incontro con Salvatore Renna, l’autore del libro Un giudice ragazzino che abbiamo letto, ci fu posta una domanda, ci fu chiesto che cosa avesse la mafia che noi non abbiamo.
Non sono di certo le armi, ma l’ unione e la determinazione; la mafia è compatta e farebbe di tutto per raggiungere il proprio obbiettivo.
Noi, gente comune, non siamo determinati e le nostre paure soffocano la speranza.
Impastato, invece ci incoraggia a credere in noi stessi e a portare a termine il nostro dovere: sconfiggere la mafia.