di Virginia Prisciano
Arrivare alle Olimpiadi! E’ la risposta di
Manuel Bortuzzo alla domanda Qual è il tuo sogno più grande? nella sua prima intervista rilasciata al
Centro Federale di Ostia.
Trevigiano, 19 anni, giovane promessa del nuoto. E non si riferiva semplicemente alla nuova stagione che stava iniziando, ma al sogno di una vita.
Ma la notte del 2/02 lo farà deviare dalla sua strada: all’
Axa, un quartiere di Roma, due ragazzi in scooter sparano contro Manuel e scappano, lasciando il corpo sulla strada, con un proiettile conficcato in una vertebra.
Era buio, pioveva, abbiamo sparato e ci siamo sbagliati, dichiarano gli aggressori che ora si trovano in carcere con l’accusa di tentato omicidio.
Da quella notte
Manuel ne uscirà con una lesione irreversibile al midollo spinale e una paralisi alla gambe, ma anche con la voglia di ricominciare e lottare per quel sogno che aveva dichiarato tanto emozionato, come se fosse normale, una cosa da tutti.
Se c’è qualcosa che invece non è da tutti è il modo in cui
Manuel reagisce a quella notte. Una notte in cui non ricorda con rabbia chi lo ha ferito –
Chi mi ha sparato non merita la mia rabbia – afferma; una notte in cui gli è rimasto fissa nella mente la prima volta che disse:
Ti amo a
Martina, che si trovava con lui:
Ora o mai più! pensò un momento prima cadere nel buio del nulla.
Ed è probabilmente questo atteggiamento di non sprecare un attimo della sua vita che lo rende un esempio da imitare.
Dopo un mese dall’accaduto,
Manuel torna già in vasca e comincia la riabilitazione nella piscina del Centro Spinale della
Fondazione Santa Lucia di Roma, concentrando tutta la sua forza nelle braccia e nella ferma determinazione nel mantenere quella promessina di diventare una promessa.
E il nuotatore trevigiano non è certo solo in questo suo percorso: il web si è riempito di messaggi di conforto, nuotatori da tutta Italia hanno tatuato la sua
M sul braccio e a Roma vanno a trovarlo anche chi meno ci si aspetta, come
Lele Spedicato, o
Mimmo Acerenza con
Mattia Zuin che prima di partire per un collegiale hanno voluto mostrare sostegno al loro compagno.
Ma la solidarietà verso Manuel si è concretizzata con la campagna di crowdfunding promossa da Federnuoto. E’ il momento di trasformare la solidarietà in un’azione concreta di sostegno. E’ il momento di dare e così apre il fondo Give
#TUTTICONMANUEL, che durante i tre giorni del
Trofeo della Città di Milano (le cui magliette sono dedicate al 19enne) raccoglie 4.289,70 euro.
Lo stesso
Manuel che racconta di essersi ispirato a
Bebe Vio, con la sua storia è diventato a sua volta, e forse a sua insaputa, un modello da seguire: quello di chi non molla mai anche quando tutto sembra finito e in mille pezzi. Non lo è finché non lo decidiamo noi.
Mandela diceva:
un vincitore è un sognatore che non si arreso; se si vuole vincere, non bisogna fermarsi davanti a nulla e avere il coraggio di andare avanti, come Bebe, come Manuel, e come ogni altro campione.
E tu dunque, vuoi continuare a giocare o vuoi cominciare a vincere?
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