Alessandro Petito e Francesco Petrillo (5^ C)
Decine di migliaia di studenti si sono riuniti nelle piazze italiane per scioperare contro l’inquinamento lo scorso 15 marzo. Secondo le prime stime ne erano in 100.000 in piazza Duomo a Milano, 10.000 Firenze e Torino, 6.000 a Roma e 3.000 a Bologna ed hanno manifestato per chiedere ai governi interventi urgenti sui cambiamenti climatici. Cambiamenti che ormai sono parte integrante di una realtà del prossimo futuro che dovrà fare i conti con modificazioni degli equilibri del nostro pianeta, con importanti conseguenze per i paesi in via di sviluppo quanto per quelli sviluppati.
Tutto ciò è avvenuto sull’ala della protesta iniziata da Greta Thunber, una ragazzina che nonostante abbia solo 16 anni, ha deciso di dare una scossa alla politica mondiale scioperando, anche durante i giorni scolastici, per richiedere maggior rispetto dell’ambiente. Greta, anche se molto giovane, ha avuto il coraggio di contrapporsi alle mani inquinate del potere, a quelle mani che fino ad ora hanno pensato solo alle poltrone e non al nostro futuro.
Ogni minuto, 365 giorni all’anno, l’equivalente di un camion pieno di plastica finisce in mare. Si stima che in media 8 milioni di tonnellate finiscano negli oceani ogni anno. L’unico modo per avere un futuro è smettere di distruggere il presente.
Ogni momento, in tutto il mondo, per il Dio denaro si distrugge la natura. E, continuando in questo modo, faremo la fine degli abitanti dell’Isola di Pasqua.
L’isola di Pasqua è un’isola con una foresta enorme; gli abitanti avevano paura che il Sole, una volta tramontato, non sorgesse più. Per questo, per pregarlo di continuare a sorgere, costruivano delle sculture enormi che trasportavano sulla spiaggia, nel punto in cui il Sole sarebbe dovuto sorgere. Per fare ciò però tagliarono degli alberi per costruire dei rulli, e a furia di segare alberi hanno distrutto tutta la foresta. Dopo un po’ di tempo sono morti tutti di fame, perchè nella foresta nidificavano gli uccelli, da cui raccoglievano le uova per mangiare; quando pioveva il terreno si dilavava tutto perchè non c’erano più le radici degli alberi. È come se si fossero suicidati, e noi stiamo facendo la stessa identica cosa.
C’è un ambientalista francese di nome Hubert Reeves, la cui frase più famosa è “L’uomo è la specie più folle: venera un Dio invisibile e distrugge una Natura visibile. Senza rendersi conto che la Natura che sta distruggendo è quel Dio che sta venerando.”
E, secondo noi, questa frase dovrebbe farci riflettere tutti.