di Chiara Aleandro, Corinne Di Giorgio, Marta Garbelli e Adam Harid
La redazione risponde……
Grazie ragazze per averci scritto. La redazione ha scelto questa lettera, perché anche noi stiamo attraversando lo stesso complicato periodo di vita e vi comprendiamo. Volevamo rispondervi dicendo la “nostra”… L’adolescenza, come noi la avvertiamo sulla nostra pelle, è un periodo dove tutto appare diverso, tutto cambia e noi cambiamo: dal modo di pensare al modo di agire, dal comportamento all’aspetto fisico… Questo periodo è il momento più importante della nostra vita, il momento in cui si inizia a fare scelte (come avete detto voi). Una delle scelte più importanti che dovrete fare, quando frequenterete la classe terza, è quella della vostra futura scuola superiore. Si cambia e si cresce, sia fisicamente che psicologicamente. Gli adulti possono pensare che sia facile attraversare l’età adolescenziale, ma non è così! Siamo sempre tristi, incerti e molto confusi… E questo riguarda tutto quello che facciamo e che pensiamo. Siamo tristi, perché come detto in precedenza, tutto sta cambiando e questo ci rende melanconici. Siamo anche tristi per il fatto che non si vorrebbe mai crescere e non si vorrebbe mai “invecchiare”. Siamo incerti sulle scelte da compiere, perché quello che noi vediamo adesso ci manda in confusione. Una delle cose, che a voi potrà sembrare strano, è la scoperta dei primi amori, delle prime “cotte”, e forse anche i primi fidanzamenti. Soprattutto per questo noi adolescenti cerchiamo sempre di apparire “Grandiosi” agli occhi degli altri, a volte nascondendoci dietro maschere che coprono il nostro vero volto. Questo non dovrebbe accadere. Nonostante le difficoltà di questa nostra età, noi vi consigliamo di divertirvi il più possibile, perché è il momento migliore per farlo. Come vi abbiamo detto, si prova tristezza, ma si scoprono tante emozioni nuove. Cercate di farvi amici “veri”, perché quelli “finti” non servono a nulla. Cercate soprattutto di essere voi stessi, SEMPRE! Speriamo che queste poche parole possano servirvi e, se vorrete farci altre domande, noi saremo sempre disponibili.di Asia Andreoni, Matteo Macaione, Wiam El Hamdi
Per ricordare un altro modo di vivere l’adolescenza, in un mondo dove la contingenza scottante della guerra e del dolore richiedono altre priorità, KEVIN PAGANELLI, si è immerso nei panni di un adolescente palestinese, Mohammed, che scrive a un suo coetaneo israeliano, Ismael, per incitarlo a cercare insieme la via della pace e della concordia tra i loro popoli, in vista di un comune “domani migliore”. Caro Ismael, I sanguinosi conflitti, tra i nostri popoli, stanno mettendo in ginocchio noi palestinesi. Qui sembra di vivere in un carcere: non si ha più il diritto di spostarsi da un luogo all’altro, di vivere con dignità o di venire in Israele, anche solo per poter lavorare. La Terra Santa è teatro di battaglie insensate, che stanno portando via la possibilità di un futuro sereno a noi giovani. Dal maggio del 1948, quando è stato proclamato lo Stato di Israele, il mio popolo si è opposto, ed è iniziato un lungo periodo di tensione tra la nostra gente. Noi giovani non possiamo permettere che tutto ciò continui. Dobbiamo costruire pace tra i nostri popoli e abbattere il muro, che dal 2002, il governo israeliano ha innalzato per separarci. Quel muro impone una netta divisione tra di noi e noi abbiamo il dovere di superarlo, per assicurarci un futuro sereno. L’unione giovanile deve lottare, per favorire l’economia e il turismo, in un clima privo di tensioni e scontri, che hanno spento per troppo tempo la luce di un futuro radioso. I miei fratellini, che giocano tra le macerie, causate dai bombardamenti dell’esercito israeliano, devono poter sperare in un “domani” migliore. E’ arrivato il nostro momento. Noi giovani, palestinesi e israeliani insieme, abbiamo il dovere di trasformare un parco di macerie in un parco giochi: siamo noi stessi le due catene che possono far volare l’altalena del nostro futuro. Mohammeddi Kevin Paganelli