//Intervista al giornalista de “Il Gazzettino di Venezia” Paolo Navarro Dina, responsabile nel settore cultura. Coordinatore del Tavolo delle associazioni Comunali per il “Giorno della Memoria”. Consigliere della Comunità Ebraica di Venezia.

Intervista al giornalista de “Il Gazzettino di Venezia” Paolo Navarro Dina, responsabile nel settore cultura. Coordinatore del Tavolo delle associazioni Comunali per il “Giorno della Memoria”. Consigliere della Comunità Ebraica di Venezia.

di | 2019-03-05T10:43:48+01:00 5-3-2019 10:43|Alboscuole|0 Commenti
di Bajo Nicolò Giannino 1^ A, Francella Jacopo 1^ B e Seggi Emanuele 1^ C. –  Prima di iniziare la vera e propria intervista in rappresentanza di tutta la Redazione del Giornalino Scolastico on line “Foscarini News” si porgono i ringraziamenti all’Associazione “Amici del Foscarini” e si esprime la dovuta riconoscenza per  la presenza del Presidente Prof. Fiano Rocco, ex Rettore dell’Istituto, per aver offerto questa opportunità che si è concretizzata con il Suo l’intervento in questa conferenza. Inizia l’intervista dei tre alunni delle Classi Prime. La sua testimonianza sicuramente ci permette di analizzare ed approfondire le nostre conoscenze su questo grave e delicato argomento inerente alla deportazione di milioni di Ebrei e della loro conseguente morte nei Campi di Concentramento nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Facendo parte della della Redazione del ‘Foscarini News’ per ‘noi’ risulta essere un’occasione importante per approfittare ed allargare le ‘nostre’ competenze di base quindi Le facciamo alcune  domande su questo bellissimo ‘mestiere’. 1^. Quando ha deciso di fare il giornalista? Risposta. Ho cominciato quando avevo 20 anni nel 1982. Ho iniziato a scrivere per un settimanale che si pubblicava a Venezia. Dopo il percorso è stato un po’ più lungo ed è una grande soddisfazione quando vedi che gli articoli vengono pubblicati. 2^. C’é stato qualche particolare episodio della sua vita che ha voluto raccontare in un articolo? Oppure qualcosa che non ha voluto o potuto scrivere? Risposta. E’ difficile che un giornalista scriva qualcosa della propria vita. E’ più facile raccontare quello che sta accadendo alla vita degli altri. Il giornalista fa il resoconto, il riassunto, la cronaca di una determinata azione o atteggiamento di un incontro, di un evento o di un colloquio. Posso dire per farvi un esempio com’era la vita dei ragazzi della vostra età al tempo del Nazi-Fascismo. Mi è capitato di raccontare la storia di mia madre. Mia mamma frequentava la Scuola Media “Giacinto Gallina” e nel 1938 ha dovuto abbandonare improvvisamente la scuola per l’emanazione delle ‘Leggi Razziali’. Lo Stato dalla sera alla mattina aveva deciso che tutti i bambini ebrei, maschi e /o femmine, non potevano più frequentare una scuola statale. Quel giorno è andata a scuola e l’hanno cacciata via. A quel punto ha dovuto frequentare una scuola organizzata dalla comunità ebraica nel Ghetto. 3^. Quanto tempo serve per diventare un giornalista famoso come Lei? Risposta. Io non sono famoso comunque ci vuole tanto tempo e costanza.
  • Cosa vuol dire costanza?
Risposta. Tenacia e determinazione perché il percorso non è facile. Ci vuole passione e attendere che qualcuno legga i tuoi articoli e li comprenda e così un po’ alla volta, con tanta fatica, a volte si cerca e si vuole che si possa riuscire a vedere che i tuoi articoli vengano pubblicati sui giornali. Poi c’è anche una trafila professionale, compiere determinati studi, l’Università, frequentare i corsi di giornalismo e poi arrivare ad un ‘giornale’. 4^. Il mestiere del giornalista comporta sicuramente delle rinunce soprattutto di tempo che è sottratto alla famiglia; la stessa cosa vale anche per Lei? – Come riesce a conciliare il tempo dedicato al lavoro da quello dedicato alla famiglia? Risposta. Un giornalista è sempre ‘in servizio’. Cosa vuol dire questo? Tu stai camminando per strada e ad un certo punto ti accorgi che sta accadendo qualcosa: una rapina, una persona sta male, accade un incendio. Beh, se sei di riposo o sei con la famiglia in realtà cosa fai? Molli tutto per andare a lavorare. Il tempo che i giornalisti dedicano alla professione è parecchio sei ‘sempre in servizio’ dalla mattina quando ti alzi alla sera quando vai a letto. Tante volte ti svegliano anche di notte perché è successo qualcosa. Non sempre accade e poi ci sono degli orari che non vengono rispettati. La famiglia tante volte di questo ne soffre. I giornalisti di oggi lavorano per contratto 6 giorni su 7 alla settimana e così resta 1 giorno intero da dedicare alla famiglia. 5^. Quanto tempo occorre per completare un buon articolo? Risposta. Dipende da quanto tu sei veloce a scrivere, ci puoi mettere 10 minuti, 1/4 d’ora, dipende anche da che lunghezza ti viene chiesto di scrivere quell’articolo. A scuola quando fai un tema ti danno 3 ore e così tu in 3 ore devi scrivere qualcosa. Per un articolo ti possono dare 20 minuti e in 20 minuti devi raccontare: chi, dove, cosa, quando e perché il fatto è successo. 6^. Come si riescono a trovare le notizie giuste per scrivere dei buoni articoli? Risposta. Quando gli altri ti danno le notizie, quando le persone ti fanno una confidenza. Non tutte le confessioni sono notizie. Notizie sono ad esempio quelle che ti da il Comune come ed esempio: oggi inaugurano una strada; oggi si riunisce il Consiglio Comunale per discutere e approvare una determinata legge, l’inaugurazione di un Museo ecc. ecc. Sono tutte informazione che tu prendi e che trasferisci in una notizia. Scrivi l’articolo che viene stampato e le persone che vivono ad esempio a 20 Km di distanza  ne vengono a conoscenza. 7^. Come è stato per Lei il suo primo articolo? Se lo ricorda ancora? Risposta. Si certamente me lo ricordo ancora. Era un articolo di Archeologia e riguardava la città di Altino. 8^. Quanto tempo occorre per riuscire ad entrare e a far parte della redazione di una testata di un giornale importante come “Il Gazzettino”? Risposta. C’è da dire che una volta era più facile. Arrivavi in redazione, entravi e dicevi che volevi scrivere degli articoli. Cominciavi così. Ti mettevano in prova. Ora non è più così. E’ più difficile l’accesso alla redazione: ci vuole preparazione, l’Università, corsi di giornalismo, bisogna avvicinarsi, il giornale ha interesse a volere te. Poi vieni assunto. 9^. Essere giornalista è una grande responsabilità per quello che si scrive perché viene letto da molte persone perciò occorre documentarsi bene e cercare di essere liberi di scrivere senza interferenze. Secondo Lei c’é veramente la libertà di stampa? Risposta. C’è la libertà di stampa, però bisogna saperla usare perché non si può approfittare della libertà di stampa per scrivere cose inesatte. Bisogna far attenzione alle notizie che ti giungono perché le notizie a volte possono essere false; qualcuno può avere l’interesse quelle notizie passino al giornale. C’è la libertà perché tu puoi capire se quelle notizie sono veritiere, hanno un senso oppure sono soltanto bugie. Hai anche la libertà di capire se è un fatto importante o è una bugia: questa è la libertà che hai conquistato. 10^. E’ capitato che qualche persona non abbia risposto alle domande dell’intervista? Questo è accaduto spesso? Risposta. Non accade spesso che qualcuno non risponda alle domande o che non si faccia trovare perché sa che devi fare le domande e non si sottrae.