Negli ultimi decenni il numero dei cacciatori è sceso del 50%, che corrisponde a circa un milione di
persone. Otto italiani su dieci sono contro la caccia, mentre vegetariani e vegani sono in aumento.
Tuttavia i successi dei cacciatori sono in sostanza più visibili e di quelli degli animalisti: si è permesso di
sparare fino ad un’ora prima del tramonto e si è ridotta la lista delle specie protette.
Chi ha ragione? Ecco i pro e contro dei due punti di vista.
La caccia è sicura, efficiente e necessaria.Contrariamente ai tiratori scelti, la caccia non costa molto
perché i cacciatori uccidono gli animali “gratis”. Inoltre per ottenere la licenza di caccia è richiesto un
contributo, che per molte regioni è di 84 Euro, quidni nel loro piccolo supportano l’economia. I cacciatori
riducono anche gli incidenti tra uomini e animali come quelli d’auto e i danni al paesaggio.
Le ferite da armi da caccia sono minori rispetto a quelle date da altre forme di sport, come il calcio o il
ciclismo. Inoltre, la caccia è una forma di controllo delle specie perché contiene il numero di ogni
esemplare,mantenendo un equilibrio ed evitando che si riproducano in maniera eccessiva.
Per quanto riguarda l’etica, uccidere una lepre per mangiarla non è poi cosi diverso da comprare una
bistecca dal macellaio. Inoltre, gli animali selvatici sono liberi e hanno la possibilità di scappare prima di
essere uccisi. In conclusione, la caccia fa bene a tutto l’ecosistema. Alcuni cacciatori sono contrari ad
alcune tipologie come quella competitiva.
Tuttavia questa pratica ha dei grandi contro.
La caccia è pericolosa, non necessaria e costosa per gli italiani. La caccia non serve a risolvere gli
incidenti tra umani e animali. Studi dimostrano che gli incidenti d’auto con animali selvatici aumentano
durante la stagione di caccia, perché i cacciatori spaventano gli animali e questi scappano dai boschi
correndo verso le strade. Al contrario di altri “hobby”, le ferite provocate dai cacciatori sono spesso molto
gravi. Circa 50 morti e 80 feriti, come appreso dal sito CacciaIlCacciatore sono le vittime in media per
ogni stagione, coinvolgendo non solo i singoli cacciatori, ma anche i cittadini che non praticano questa
attività.
A proposito della deturpazione paesaggistica, anche questa è una falsità perché, per esempio, dove
sono i rododendri ci saranno i cervi attratti da essi. La caccia non riduce il numero delle specie perché
rimuovendo alcuni individui risulta più cibo per quelli restanti, portando a nuove nascite ed questo mostra
la capacità di autoregolazione degli animali.
I territori di caccia sono acquistati e curati anche da chi cacciatore non è, cioè quasi tutti gli italiani. La
caccia non è etica da molti punti di vista. Prima di tutto uccidere un animale per cibarsene è moralmente
opinabile, cervo o mucca che sia. Molte persone credono sia irragionevole definire la caccia come uno
sport.
Il dibattito sulla caccia non potrà essere risolto in tempi brevi. Entrambi le parti discuteranno di sicurezza,
costi ed efficacia, ma probabilmente non saranno mai d’accordo sull’eticità della pratica.
Carlotta Bulgarelli 3C