Vittoria Ciricugno
E’ buffo pensarlo, ma se succedesse, sarebbe davvero divertente…Ma sì, divertiamoci un po’, leggiamo questo dialogo, e ascoltiamo tutt’e due “le campane”!
BIC: “Salve signora, mi presento, mi chiamo BIRO BIC, sono la penna a sfera, si ricorda di me? Sono quell’oggetto che fino a qualche tempo fa si usava esclusivamente per annotare idee, progetti, pensieri ed emozioni.”
SIGNORA: “Certo che conosco bene chi mi sta parlando!” (la signora risponde con aria altezzose).
BIC: “Il mio avo, il signor calamaio, faceva fatica a muoversi sulla carta e molte volte accadeva che sporcasse di nero tutto il foglio. Per questo nel 1938 sono nata io, alta, slanciata, snella, con trasparenze che vanno dal nero, al blu, al verde e al rosso. Indosso sempre un copricapo che si abbina al mio look. Mio padre fu messèr Birò, un geniaccio versatile, e io sono stata la sua fortuna, ma anche la vostra! Vorrei vedervi andare ancora in giro con penna e calamaio! L’ho mandato in pensione io! Era una tortura utilizzare la penna e il pennino che si spuntava quasi sempre, macchiando e bucando il foglio appena scritto. Lo scolaro, quando ritornava a casa, aveva continuamente il pollice destro sporco di blu, così come era blu un angolo della bocca, dove egli appoggiava la parte finale della penna, mentre era assorto nelle sue profonde riflessioni.”
SIGNORA: (annuendo) “E’ vero signora penna, anch’io sono stata una scolara di penna, inchiostro e calamaio: lo riconosco, lei adesso mi accompagna in ufficio, supporta i miei figli nelle attività scolastiche, è richiesta da tutti ovunque: in banca, nelle poste, ecc. E le mie amiche si arrabbiano quando lei si nasconde nel fondo delle loro borse…istanti di vero panico quando non riescono a trovarla.”
BIC: “Io vi ho semplificato la vita: vi ricordo gli appuntamenti, ciò che bisogna acquistare al supermercato, invio i vostri auguri alle persone care e i biglietti di addio a chi non volete più vedere. Quando mio padre mi creò, parecchi erano diffidenti e non avrebbero scommesso nulla sul mio successo. Il mio migliore amico si chiama Inchiostro e con lui trascorro parecchio tempo, facciamo lunghe passeggiate su numerose distese di carta bianca. Un giorno un ragazzo mi ha portato con sé in palestra, mettendomi nella tasca della sua tuta. Per il caldo ho iniziato a litigare con il mio migliore amico, è stato uno dei momenti peggiori della mia vita! La rottura della nostra amicizia si è trasformata in una macchia indelebile sul pantalone del ragazzo.”
SIGNORA (stringendo a sé affettuosamente la penna tra le dita): “Riconosco che sei tanto utile, ma il passare del tempo, le nuove esigenze e le nuove mode hanno portato a sostituirti con oggetti tecnologici.”
BIC: “Che cosa ne sarà di me allora? Quale sarà il mio futuro, adesso che si è diffusa la firma digitale? I tasti del computer mi sostituiranno per sempre ? Invecchierò e verrò dimenticata da tutti?”
SIGNORA: “Stai tranquilla, tu non tramonterai mai…è vero, la modernità avanza inesorabilmente, ma tu continuerai a firmare imprese grandiose, a scrivere lettere e frasi piene dell’amore delle future generazioni!”