Ieri era il giorno della memoria, cioè il 27 gennaio 2019. In questi giorni a scuola stiamo parlando tanto di questo argomento e abbiamo anche avuto un’esperienza significativa. Questo giorno si ricorda perché il 27 gennaio 1945 è stato distrutto il più grande e letale campo di sterminio del mondo, cioè quello di Auschwitz, in Polonia. Stiamo leggendo il libro di Liliana Segre “ Fino a quando la mia stella brillerà”. Stamattina abbiamo fatto un’esperienza e provato alcune sensazioni che provavano gli ebrei. Ad un certo punto la maestra ha iniziato a dire: “Tutti i bambini del pasto domestico oggi non fanno lezione e mi dovranno consegnare tutte le loro cose, compresi gli occhiali e tutti i loro oggetti personali”. Io a quel punto, anche se ridevo un po’, stavo pensando che a noi poi la maestra ce li ridava gli occhiali, ma agli ebrei no, li prendevano, ne perdevano la proprietà. Ci ha fatto levare le scarpe e anche, per chi ce l’aveva, la felpa. Ambra ci guardava e la maestra le ha chiesto se ci conosceva, lei era intenzionata a dire di no, ma poi alla fine ha detto di sì, allora è venuta con noi. Mi ha un po’ stupito che i miei compagni non abbiano detto niente a proposito dell’ingiustizia. Alcuni avevano paura, altri non volevano fare a nostra “fine”. Mi ha fatto riflettere tutto questo.
La maestra è stata brava con noi, ma i fascisti e i nazisti non erano così buoni, anzi il contrario, li maltrattavano e li spingevano. Ma non solo, loro erano maltrattati, anche chi aveva idee diverse e chi li aiutava e oltretutto non potevano ascoltare la radio, avere una cameriera che non fosse ebrea, non potevano avere un negozio, erano senza diritti, solo doveri. Gli anziani e i bambini al di sotto dei 13 anni venivano direttamente portati alle camere a gas o uccisi perché non potevo lavorare. Liliana Segre si è salvata la vita, perché dimostrava più della sua età quindi non è stata uccisa perché adesso è una signora di 88 anni, nominata a vita da Sergio Mattarella.
Alessia 5 B