Giuseppe Di Marzio- Donato Calabrese
Carissimi genitori,
mi trovo in trincea nella regione alpina, qui fa molto freddo, il cibo scarseggia e non ci laviamo da molti giorni e si cominciano a vedere i primi topi.
Ieri durante il combattimento gli austriaci hanno lanciato una granata nella nostra trincea, e per fortuna che io stavo molto lontano dal punto che è caduta: ha fatto altri feriti e c’è sangue dappertutto. Ora siamo rimasti in pochi soldati.
Sento molto la vostra mancanza non vorrei più stare qui ma devo rimanerci per forza e l’ansia mi assale ancora ci buttano un’altra granata.
Stiamo aspettando il terzo battaglione che ci venga a sostituire perché abbiamo poco cibo, solo pane duro e acqua.
Durante l’attacco sono morti molti miei amici, ogni giorno che passa è sempre più dura, sono stanco, io spero che finisca presto questa maledetta guerra, spero di riabbracciarvi e di ritornare sano e salvo.
Il vostro figlio Giuseppe
Gorizia, 20 settembre 1915
Cara mamma come stai?
È da tanto che non ci sentiamo, mi manca il tuo sorriso, il tuo calore prima di andare a dormire.
Mi trovo in trincea, Albano e Luigi sono deceduti mentre cercavano di tagliare il filo spinato e sono
rimasto solo.
Ho tanta fame, ho freddo e ho sonno. In trincea non mi sento al sicuro.
Non riesco a dormire…sento puzza di morto. Il fango ormai copre il mio corpo e la voglia di scappare è sempre tanta!
Cosa faccio?
La guerra contro l’Austria è stata tremenda …sentivo il rumore dei proiettili picchiettare sui nostri sacchi di terra. Ero spaventato. Quanto può essere brutta, aveva ragione papà, “la guerra porta solo distruzione e morte”. Io che pensavo di poter diventare un eroe! Che stupido!
Tutte le mattine mi sveglio e sento puzza di morti. Aspetto insieme ai miei compagni il via del
generale. Mangiamo pane duro e beviamo acqua imbevibile …
Spero di rivederti presto!
Ciao mamma.