Martedì 19/10/1939
“Ciao,, sono una bambina ebrea e mi chiamo Ilaria. Il mio nome significa
“Felicità” ma , in questo periodo non sono così felice. I miei genitori sono
molto preoccupati :non mi rivolgono quasi mai la parola perché sono
troppo impegnati a nascondersi da quegli uomini grandi e grossi che
sembrano non avere pietà per nessuno. Ho nove anni e vivo in Italia, a
Bologna. Fino all’anno scorso andavo a scuola , ma non mi piaceva molto.
Per fortuna c’erano Federica e Simona , le mie migliori amiche fin dalla
nascita. Tutti i giorni , dopo scuola , giocavamo insieme in giardino, con il
cagnolino di zio Tom che ci rincorreva…..Ah, quanto darei per tornare a
giocare come prima! Ora è cambiato tutto! Anche Simona ,una delle mie
migliori amiche, è ebrea .Non ci vediamo da molto , spero stiano bene
entrambe .La vita qui è cambiata: tutte le finestre sono state schiuse,
dobbiamo parlare in silenzio , nella notte io e la mia famiglia non
riusciamo a dormire e tutto questo solo per essere nati ebrei.
Mercoledì 20/10/1939
CI HANNO TROVATI!
Erano circa le 20.30 quando all’improvviso si è spalancata la porta ,come
se ci fosse stato un grande soffio di vento. Compare davanti a me una
grande ombra : era un uomo alto e grosso, come una montagna , era un
generale del famoso Adolf Hitler , dittatore della Germania. Il generale ci
prende e ci porta in un vagone dove siamo restati tutta la notte. La
mattina dopo una forte luce mi ha svegliata. Mi sono ritrovata senza i
miei genitori insieme a tanti altri bambini. Ci hanno costretti ad indossare
un completo a righe nere e bianche , con una stella gialla e ad ogni
bambino hanno impresso nella pelle un numerino nero ….. io ero il numero
12. Non so cosa accadrà domani ,probabilmente morirò , ma io continuerò
a sperare che tutto questo sia solo un sogno.”