Uomo di 67 anni racconta, durante un’intervista, ciò che i suoi occhi hanno visto e che il suo corpo ha scampato. “Ho visto l’apice della cattiveria umana” inizia così a parlare dopo tanto tempo di silenzio. L’uomo, traumatizzato, non ha voluto raccontare a nessuno, prima di questa intervista, ciò che ha dovuto subire. Come flash veloci ma dolorosissimi, lui racconta che dopo aver preso i bambini, fatti dondolare 6 o 7 volte, i nazisti sparavano come cacciatori alla ricerca della perfezione. Gli occhi commossi dell’uomo sembrano parlare da soli, al contrario della bocca che, tremolante, riesce a dire poche frasi. Da questa e da tante altre interviste ai sopravvissuti riusciamo a capire il dolore che c’era all’epoca, possiamo quasi toccarlo con mano, sfiorandolo. Percepirlo ci fa capire veramente che ora, dopo tutto, il velo che separa il bene e il male può tranquillamente rompersi da un giorno all’altro e scatenare l’inferno nel bel mezzo della quiete, dove tutto sembra tacere, sembra dimenticare.