//…per non dimenticare di Maria Ruggiero 3^O

…per non dimenticare di Maria Ruggiero 3^O

di | 2019-02-06T21:14:36+01:00 6-2-2019 21:14|Alboscuole|12 Comments
Una lettera per la libertà Amburgo, 16 dicembre 1941 Cara persona del futuro, non so chi tu sia né quando leggerai questa lettera, ma non è importante. Oggi ti sto scrivendo perché avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno, qui va tutto male. Il 6 settembre di quest’anno è stata emanata una legge che ha lo scopo di escludere dalla società quelli come me e la mia famiglia, gli Ebrei. Sono stati licenziati dalle fabbriche tutti gli Ebrei e chi era a capo di un’azienda o lavorava in proprio ha dovuto chiudere, anch’io non posso più andare a scuola. Per identificarci, tutti quelli che hanno più di sei anni devono cucire sui propri abiti la stella di David con scritto “Jude” al centro. Da ora tutto sarà diverso, anche se i miei genitori dicono che non dobbiamo preoccuparci, che non è cambiato nulla, ma io non ci credo, le vedo le occhiate disgustate che riceviamo dalla gente, la stessa gente che fino a poco tempo fa lodava mio padre per la sua bravura con i conti “ Il migliore dello Stato” dicevano; ora invece ha dovuto chiudere la banca, che da generazioni era della nostra famiglia. Ora non vado più a giocare fuori con i miei amici, anche perché non ne ho più e non perché sia antipatico, almeno spero, ma perché sono Ebreo; anche se io prima di definirmi Ebreo mi definirei tedesco, come mio padre che nella prima guerra mondiale ha combattuto al fianco della sua Germania come la definisce lui. La stessa Germania che ora lo sta ripudiando. Ora anche fare la spesa è più complicato perché su tanti negozi è affisso un cartello con su scritto “Negozio Ariano” dove noi non siamo per nulla i benvenuti. Tra poco sarà il Chanukkà, il Natale ebreo, ma quest’anno sarà diverso, non riceverò una dreidl da aggiungere alla mia collezione e non mangerò le buonissime sufganiot che preparano mamma e nonna come da tradizione e probabilmente neanche lo festeggerò con i miei parenti. Nessuno me l‘ha detto, ma io lo so, sento le notizie che mio padre dice a mia madre la sera, quando pensano che tutti dormano, a Berlino un sacco di Ebrei sono stati costretti a lasciare la propria casa e tutti i propri averi, per essere trasportati in campi di lavoro, per ora nessuno ha ancora notizie di loro; anche io sono preoccupato perché papà l’altra sera ha detto che probabilmente la stessa cosa succederà a noi , ma io non voglio, non voglio lasciare la casa dove sono cresciuto o la città dove vivo da sempre per andare chissà dove. Mi manca andare a scuola, non l’avrei mai detto, ma ora andare a scuola mi sembrerebbe  ritornare alla normalità che tanto mi manca. Queste leggi sono in vigore da tre mesi ma già hanno rivoluzionato la mia vita e questa vita non era quella che sognavo; mi sento un po’ in colpa con i miei fratellini perché non voglio che ricordino il periodo infantile, quello che dovrebbe essere più bello, come il peggiore della loro vita, io ricordo che l’unica preoccupazione era quale gioco fare mentre loro devono stare attenti a non fare troppi schiamazzi se non vogliono essere ripresi dai soldati tedeschi. Questa non ho più il coraggio di chiamarla vita, la vita è tutta un’altra cosa. Vita è poter professare una religione senza essere discriminato, vita è poter andare a scuola ed imparare, vita è giocare fino a tardi facendosi sgridare dalla mamma perché ci siamo sporcati i vestiti giocando nel fango, vita è poter pensare a quanto sia bello il mondo con tutte le sue diversità, questa non è vita, questo è sopravvivere. Ho paura, per questo sto scrivendo con la speranza che questo sia solo un incubo e se non lo è sperare che si accorgeranno presto che in realtà siamo identici a loro, non siamo la razza inferiore che dicono, non è la religione che uno professa a definire la persona, ma probabilmente questo nessuno lo capirà mai, per ora posso solo sperare. Chissà se quando leggerai questa lettera le cose saranno cambiate credo di sì o almeno spero. Con affetto e un po’ di paura Lo Speranzoso