La basilica cattedrale di Santa Maria Assunta di Gerace è una delle più importanti costruzioni normanne della Calabria oltreché uno degli edifici religiosi più grandi della regione. La storia della chiesa ebbe un susseguirsi di danneggiamenti e crolli che terminano con il terremoto del 1783, a cui seguirono accurati lavori di restauro e periodi di rinascita. I lavori di costruzione dell’edificio ebbero inizio in tardo periodo bizantino e terminarono in epoca normanna. Tradizionalmente la chiesa fu consacrata nel 1047 e nel 1222 si ebbe una seconda consacrazione da parte dell’imperatore Federico II di Svevia che si trovava di passaggio a Gerace. L’edificio religioso appare come una fortificazione a causa dell’imponente parete in pietra calcarea dalla quale sporgono due delle tre absidi di forma semicilindrica. Sull’abside centrale si apre un portale del XIX secolo ad archi concentrici. Quella di sinistra, di diametro inferiore, presenta invece una lunga feritoia. Le absidi sono sovrapposte da due finestre circolari a strombo. Il grande campanile neoclassico è a sezione quadrata ancora incompiuto. L’interno della chiesa si presenta come un grande ambiente basilicale, con ampio transetto sporgente e con innesto corrispondente alla navata centrale, un coro quasi quadrato che completa la figura della croce latina. Le tre grandi navate, che costituiscono il braccio più lungo della croce, sono separate da due file di dieci colonne, in marmo o granito, tutte diverse tra loro per qualità e dimensioni. Le due file di colonne sono separate in gruppi da cinque da un grande pilastro di irrigidimento che originariamente delimitava la posizione delle balaustre di chiusura della “schola cantorum”. L’altare maggiore, in stile barocco, è stato realizzato con marmi policromi dai fratelli catanesi Palazzotto e dall’artista messinese Amato. All’interno della cattedrale si trovano anche alcuni monumenti funerari, fra i quali il sarcofago del conte Giovanni Battista Caracciolo, la cappella gotica del SS. Sacramento del 1431 e numerosi arredi sacri, in parte custoditi nella suggestiva cripta bizantina. Merita anche un’attenzione particolare il rilievo raffigurante l’Incredulità di san Tommaso, opera del Gagini, risalente al 1547. La cripta si presenta con pianta a croce greca e absidiale; ventisei colonne, provenienti da ville di età imperiale, sorreggono il nucleo più antico della cattedrale, scavato nell’VIII secolo. Essa ospita la cappella della Madonna dell’Itria e altri tesori. Tra i tesori custoditi vanno menzionati: 1)una stauroteca in argento dorato, pietre dure e perline, fabbricata a Gerusalemme o nei laboratori normanni siciliani 2)un grande ostensorio ottocentesco in argento dorato e ornato da pietre dure, 3)un calice in filigrana e pietre dure del 1726, opera di argentieri siciliani, 4)una statua dell’Assunta in argento realizzata nel 1722 5)vari paramenti sacri e pregiati tessuti in oro e argento realizzati da artigiani locali e da argentieri napoletani quali Gennaro Pace e Romanelli.
ANNA CALLIPO