//PROSPETTIVE

PROSPETTIVE

di | 2019-01-28T15:51:56+01:00 28-1-2019 15:50|Alboscuole|1 Comment
  Se prendiamo un libro e ne guardiamo il fronte vedremo un grande rettangolo, ma se lo giriamo o apriamo vedremo una figura, forse simile, ma non uguale. Questo, fondamentalmente e letteralmente, è il concetto di prospettiva. Ma se il metodo letterale non vi soddisfa, ci sono molti altri modi, astratti o meno, per spiegare meglio che cosa sia un “punto di vista”. Grande e piccolo, tristezza e felicità, forza e debolezza, luce e buio. Senza l’esistenza dell’uno, non esisterebbe l’altro, pensateci bene: Se non avessimo il concetto di grande, non sapremmo riconoscere una cosa piccola. Se non stessimo male, non avremmo motivo per cercare di essere felici. Se perdessimo le nostre debolezze, non avremmo motivazione per diventare più forti. Se non ci fosse nulla da rischiarare, a cosa servirebbe la luce? Questo significa che ogni cosa nel nostro universo ha un’importanza e un ruolo da portare a termine, bella o brutta che sia. Ma in questo caso, possiamo dire che le cose belle e brutte non esistono. Esistono solo le cose importanti, perché se dieci persone possono dire che il lupo di cappuccetto rosso sia un grande, brutto e cattivo mostro che non ha risparmiato neanche una povera bambina indifesa, altre dieci possono dire che il lupo fosse solo una povera creatura in cerca di cibo che aveva usato le sue abilità per procurarselo. Questo è stabilito solo da opinioni personali. Ciò non vuol dire che una metà sia nel torto e l’altra nel giusto, perché ancora una volta esiste un modo per smentire il significato di queste parole. Immaginiamo di leggere un vecchio diario di guerra: “Stavamo raggiungendo uno sviluppo culturale, in grado di migliorare l’intera situazione del mondo intero. Eravamo destinati alla conquista, ma le nazioni non erano d’accordo. Ci temevano, eravamo troppo pericolosi. Avevamo tentato una negoziazione, avevamo reso disponibili i nostri eserciti e avanzamenti tecnologici, ma fummo ingannati. Così cercarono di fermarci e distrussero tutti i nostri laboratori, uccidendo migliaia di persone e distruggendo interi paesi. Cercarono di indebolirci in ogni modo, finché non ne avemmo abbastanza. Stavano abusando del nostro paese. Decisi a interrompere tutto questo l’unica soluzione fu dichiarare una vera e propria guerra. Eravamo forti abbastanza da contrastare la nazione confinante, così la conquistammo. Fu un atto orribile, la guerra non è mai stata piacevole per nessuno, ma finalmente dopo la resa del nemico, la situazione tornò pacifica e potemmo diramare le nostre tecnologie al nostro nuovo possedimento. Eravamo ancora più potenti, avevamo vinto.” Adesso compariamolo con quello del paese nemico: “La nostra patria aveva combattuto duramente e perso molti soldati in modi atroci. Ci avevano attaccati senza nessun preavviso, con le armi che a loro avevamo vietato per la sicurezza di tutti. I soldati cadevano uno ad uno pensando in quei pochi momenti di lucidità di aver fallito su tutto e tutti. Io come loro caposquadra ero incaricato di riferire alle loro famiglie dei loro decessi. Vedevo le lacrime, la disperazione e la speranza che si spegneva negli occhi delle persone, a causa delle mie parole. Il nemico avanzava sempre di più e comparando la loro forza al nostro esercito, non eravamo in grado di contrastarlo. Il nostro paese era ormai condannato ed ogni barlume di vittoria, era stato spazzato via da una violenta tempesta di urla e morte. Avevamo perso.” Ora ditemi: Chi dei due è nel giusto? Chi ha ragione? Forse nessuno, forse entrambi. Questo dipende tutto da come interpretiamo queste storie. Volendola ragionare in un certo modo potremmo dire che i primi avevano ragione perché nonostante la loro generosità erano stati soppressi dagli altri paesi. In un’altra versione potremmo dire che avevano ragione i secondi, che erano stati attaccati all’improvviso da un nemico accecato dalla vendetta, perché avevano tentato di proteggere tutti. Un altro modo di interpretare le prospettive è anche visibile nella semplice vita di tutti i giorni; Una madre può guardare suo figlio e vedere un bellissimo fiore delicato che sta sbocciando. Un padre può guardarlo e vedere un grande uomo con una corazza che si sta forgiando. Oppure una nonna può vedere il nipote e pensare semplicemente ad uno scheletrino cha ha bisogno di mangiare e crescere sano. A questo punto penso di aver reso chiaro che cosa sia un punto di vista, ma questa volta, questo dipende da cosa ne pensate voi, dipende dalla vostra prospettiva. Rebecca Carissimi 3^E