di Sara Di Benedetto – Nell’auditorium dell’istituto Blaise Pascal si è tenuto un incontro che vede, fra tutti, la presenza di importanti cariche istituzionali della nostra città.
I pilastri portanti di questo progetto sono sei: l’istituto Blaise Pascal ne è uno.
Non è un caso.
La scuola è il luogo di aggregazione più importante – dopo la famiglia – dove vige la democrazia. Dovrebbe essere il sistema democratico più efficiente anche se, talvolta, non è sempre così.
Chi provoca attacchi deliberati alle scuole, cerca di minare al nostro futuro, al futuro di migliaia di giovani. E, soprattutto nel nostro territorio, questa situazione di urgenza e necessità di mobilitazione e protezione è viva più che mai.
Un altro importantissimo pilastro è rappresentato dall’istituto comunale, di cui il primo cittadino di Foggia si è fatto carico.
Il comune di Foggia è l’unico grande comune della Puglia ad essere capofila del progetto.
Una realtà territoriale come Foggia risulta quasi essenziale ai fini del progetto.
È da rendere merito al lavoro egregio operato dalle forze dell’ordine di cui il sindaco Franco Landella, presente anch’egli all’incontro, riesce a tenere testa.
Ricordiamo, inoltre, il sociologo Leonardo Palmisano, nonché autore del libro “Tutto Torna” facente parte del progetto “Leggo quindi sono”.
Palmisano è il coordinatore del progetto.
Egli mostra, nelle sue poche parole, la volontà di cambiare un’entità cittadina ormai ossificata e passiva.
Ma, se non c’è il contributo della società, questa situazione non si può debellare.
Se non si immergono le mani nella melma putrescente del fenomeno mafioso, non si può uscire da questa situazione.
Bisogna comprendere questo fenomeno per poter riuscire a combattere la mafia.
È pertanto importante che questo progetto abbia inizio in una scuola.
Il progetto avrà un effetto sociale dirompente. La sua durata sarà di due anni e vedrà la presenza di 25 ragazzi e ragazze.
Si darà il via a progetti di comunicazione che coinvolgeranno tutta la città.
Il dialogo e il confronto con i ragazzi è imprescindibile: la cultura dell’omertà e la cultura mafiosa sono, oggi, una piccola minoranza che, però, mantiene sotto scacco l’intero nucleo cittadino.
“Sarebbe bello creare una bomba sociale positiva” – commenta lo stesso Palmisano.
Quando si ha paura si mostra il desiderio di prendere le distanze. Ma questo è l’atteggiamento più sbagliato.
Si sta investendo in legalità.
La legalità deve essere un lavoro comune e non può essere limitato alla figura dello Stato.
Noi possiamo fare la differenza.