a cura degli alunni della cl. III A della “Scuola Primaria F.A. Frondini” in memoria di Vito e Antonio Fastellini e di tutte le vittime della guerra –
Caro nonno ti scrivo,
è da un po’che vorrei,
la tua storia è la stessa
di tanti umili eroi.
Mi giunge memoria
da mamma e papà
di un uomo vissuto
non troppi anni fa.
Tu giovane uomo
costretto all’ardore,
nel nome di un sogno,
di un tricolore.
Accanto al camino
ascolto il racconto
di un’ombra che prega
accasciata al tramonto.
Per te che vivevi
di campi e stornelli
la guerra ti prese,
rubò gli anni più belli.
Nei prati fiorivano
malva e narcisi,
ma il fronte chiamò
lontano da Assisi.
Mentre il fango spietato
ingoiava le vite,
tuo figlio nasceva
fra lenzuola sbiadite.
Antonio cresceva,
il tempo passava,
a cullarlo le braccia
di chi ancora ti amava.
Per te venne il giorno
di tornare alla vita,
ma per altri la guerra
non era finita.
Riabbracciare tua moglie
ed amare tuo figlio
non poteva bastare
a scordare il periglio.
Tornasti ai tuoi campi
a sudar sulla terra,
poi anche tuo figlio
conobbe la guerra.
Lui giovane uomo
tu vecchio soldato,
schiacciati dal peso
di un destino assetato.
Assetato di sangue,
affamato di vita,
di madri segnate
dalla stessa ferita.
Di guerre volute
da chi non combatte,
di chi perse i figli
in quelle disfatte.
Di uomini soli
col proprio dolore,
che scrisser la storia
ingoiando l’orrore.
Di uomini offesi
nel corpo e nel cuore,
donare la vita
in cambio di onore.
La sorte crudele
volle il vostro ritorno,
per voi che nel cuore
morivate ogni giorno.
Ripensando ai compagni
all’ombra dei tigli
con dolore per chi
non conobbe i suoi figli.
Di eroi seppelliti
fu piena la storia,
che il mondo conservi
la loro memoria.
Si odan nell’aria
i dolci stornelli
in vostro ricordo
nei giorni più belli.
I grandi del mondo
si tendan la mano
affinchè il vostro dono
non sia stato vano.
Soldati e milizie
depongan le armi
perché i loro nomi
non fregino i marmi.
Che sia la coscienza
più grande disdetta,
la pace divenga
la nostra vendetta.