di Martina Pecorella –
-Quanto tempo occupa il tuo allenamento?
-Il mio allenamento occupa in media un’ora e trenta,tre volte alla settimana. Gli orari spaziano dal primo pomeriggio alla sera tardi; può accadere di ritornare a casa alle ore più strane ( a volte anche le 00:00)
-A che età hai cominciato a praticare il basket?
-Avevo 6 anni quando ho cominciato a praticare questo sport e adesso,a 18 anni,mi ritrovo a praticarlo ancora,con la stessa passione e lo stesso impegno.
-Quali consigli daresti ad un ragazzo/a che vuole intraprendere la strada del basket?
-Ovviamente come ogni sport, così il basket ti darà sempre delusioni e soddisfazioni, sconfitte e vittorie, ma a chi davvero coltiva questo sogno io consiglio di non arrendersi mai e di non tirarsi indietro al primo ostacolo perché una volta entrato in campo la passione per questo sport prende il sopravvento e ci si dimentica di ogni sacrificio fatto. Inoltre, mi preme sottolineare che non bisogna mai essere accecati dalla competizione e dalla sete di vittoria, ma pensare anche al divertimento e al senso del FairPlay.
-Come hai maturato la passione per questo sport?
-Dopo aver praticato nuoto per tre anni, nonostante la mia giovane età, sentivo che non era lo sport adatto a me. Così, per puro caso,decisi di intraprendere la vita da cestista che mi accompagna ancora oggi, a distanza di 12 anni. Mettendo a confronto i due sport,indubbiamente, le emozioni e le sensazioni che mi suscita il basket non potrà mai suscitarmele nessun altro sport .
-Pensi che il basket condizioni in qualche modo la tua vita giornaliera? Se si, positivamente o negativamente?
-Sicuramente il basket condiziona la mia quotidianità, per alcuni versi negativamente per altri positivamente. Quest’anno dovrò anche affrontare gli esami di Stato e di certo i pomeriggi interi passati ad allenarmi riducono le mie ore di studio. Per non parlare di quando si va in trasferta ,con le interminabili ore a bordo di un pullman, i pranzi veloci in auto o le cene saltate a causa della troppa stanchezza. Ci vengono imposti anche dei limiti dal punto di vista alimentare e anche il tempo da dedicare ai miei amici ed allo svago è ridotto. Nonostante ciò, credo che quando si insegue un sogno si è disposti a fare qualsiasi sacrificio. Il basket, inoltre, mi ha cambiato la vita in meglio facendomi maturare il senso di squadra e di responsabilità.
-Cosa hai provato nel momento in cui tu e la tua squadra, dopo 20 anni, siete riusciti a conquistare la serie B non subendo neanche una sconfitta?
-È stata una gioia immensa, sia per me sia per le mie compagne. La fascia di età della mia squadra va dai 18 ai 35 anni, ma quel traguardo ci ha reso felici proprio come delle bambine quando ricevono un regalo che desiderano. Abbiamo festeggiato,urlato e cantato per una giornata intera. Questo è l’obiettivo principale dello sport: unione e condivisione .