//LETTERA DI UN SOLDATO AUSTRIACO

LETTERA DI UN SOLDATO AUSTRIACO

di | 2018-12-16T18:13:53+01:00 16-12-2018 18:13|Alboscuole|0 Commenti
Di Filippo Piangatello, classe 3A – Liebe Eltern (Cari genitori) Italia, 26 ottobre 1917

sono quasi quattro mesi che non do mie notizie, sono passati tre anni dal lontano 1914 quando dovetti lasciarvi per andare a combattere.

Oggi è il giorno 26 ottobre 1917 e pochi mesi fa, dopo tre anni di trincea, è arrivato dall’alto l’ordine di spostarci dal fronte russo a quello italiano. Alcune voci giunte a noi soldati dicono che questo cambiamento sia dovuto alla ritirata dei russi dal conflitto.

Due giorni fa abbiamo attaccato gli Italiani a Caporetto e siamo riusciti a sfondare il fronte arrivando fino alle zone del fiume Piave e a Bassano del Grappa. Durante la battaglia, la paura di non poter più tornare a casa era altissima, i rumori degli spari che rimbombavano nelle orecchie, l’odore della polvere da sparo dei fucili e dei cannoni sono ricordi che non dimenticherò mai. Spesso mi sono disperato, ma ho pregato tanto. Il ricordo del sorriso di voi genitori mi ha aiutato molto ed ho cercato di essere forte come voi mi avete insegnato.

Ho scoperto quanto è brutta la guerra tra uomini, dovremmo amarci e invece ci uccidiamo a vicenda. La vita da soldato è molto dura, infatti durante il viaggio per arrivare sulle Alpi ho visto persone morire sia per la fatica che per alcune ferite riportate nelle violente e lunghe battaglie in Russia. Ora, qui, in Italia, dopo l’euforia per la battaglia vinta, cresce l’angoscia e la paura di essere coinvolti in qualcosa che possa farci del male sale sempre di più come la voglia che abbiamo di ritornare a casa.

Come vi dicevo, siamo riusciti a sfondare il fronte ed ora stiamo riposando in una cittadina del posto, ma queste sono ore difficili poiché crediamo che l’esercito italiano stia preparando un contrattacco che potrebbe arrivare da un momento all’altro. Ora mi sta chiamando il comandante, devo andare…. non so quando tornerò e non so neanche se leggerete mai questa lettera per via delle censure presenti alle frontiere, ma sappiate che vi voglio bene.

Ich liebe dich (vi voglio bene)

Joseph

(Filippo Piangatello, classe 3A, scuola secondaria di primo grado, Umberto I)