//Gli occhi di un nativo digitale

Gli occhi di un nativo digitale

di | 2018-12-06T10:07:22+01:00 5-12-2018 16:05|Alboscuole|0 Commenti
di Vittoria Leone – Like, emoticons, social. Ecco ciò che al giorno d’oggi ci circonda. Eccoci, siamo noi “nativi digitali”, i protagonisti di questo mondo. Nessuno più di noi conosce il significato di quelle tre parole. Di solito sono gli adulti a descriverci, ma questa volta lo faremo noi, ci descriveremo da soli, guardandoci allo specchio evidenzieremo i lati positivi ed i lati negativi della nostra generazione. Molto spesso gli adulti ci sgridano poiché passiamo troppo tempo davanti al cellulare. A loro sembra strano poiché quando erano adolescenti trascorrevano il tempo in altro modo, in quanto internet e tutte le sue app non esistevano. Ma chi lo ha detto che quel loro mondo era migliore del nostro? Perché fare cose diverse deve necessariamente significare fare cose meno intelligenti? E’ vero, a volte presi da quello che succede online non riflettiamo su ciò che è il significato di queste tre parole. Ma stare con la testa fra le nuvole è tipico degli adolescenti. Cari adulti, a volte vorrei farvi immedesimare in un “nativo digitale” per farvi capire che ciò che facciamo ha un senso: l’utilizzo dei social per noi è indispensabile, ci fa sentire “qualcuno” in questo mondo, anche facendo vedere solo i lati positivi e non tutta la nostra personalità così com’è. Quando dobbiamo relazionarci con il mondo è molto più semplice far credere agli altri che noi siamo pieni di pregi e che difetti non ne abbiamo, ma non funziona così solo sui social, funziona così anche nella vita reale. E’ vero, ognuno è bello così com’è, perché è unico, nel bene e nel male. E non sarebbe bello un mondo di persone tutte uguali. Meglio la gente vera con i suoi lati negativi che quella finta con i suoi lati positivi. Molto spesso ricevere un like su instagram ci rende felici. Anche se lo sappiamo che le persone che tengono veramente a noi non hanno bisogno di mettere un “mi piace” su un social, poichè sappiamo che ci vogliono realmente bene e ci stimano per quello che siamo. Quando in un luogo non c’è campo e non funziona la connessione ad internet noi “nativi digitali” ci sentiamo persi, non sappiamo che fare, non sappiamo come postare la nostra nuova foto, ma soprattutto ci sentiamo soli, lontani da tutto e da tutti. Eppure, a guardare bene, i social sono solo la versione digitale dei rapporti tra le persone: anche quando ci relazioniamo di persona vogliamo sempre dimostrare il meglio di noi stessi. La condivisione di foto, post, pensieri e commenti altro non è che la versione emancipata dei comportamenti di sempre.