di Carola Vivacqua –
25 dicembre 1986. Caro diario, questa è la prima volta che scrivo sulle tue bianche pagine. Mi presento, mi chiamo Jenny De Rossi e credo nell’amicizia, ho otto anni. Ho iniziato da qualche anno le scuole elementari. Nella mia classe i miei compagni ridono spesso…ridono spesso di me.
La ricreazione la trascorro sola, perché gli altri dicono che sono troppo grassa per stare con loro.
Ormai alle loro parole non faccio più caso, mi sono abituata. //
25 dicembre 1990.
Caro diario, è da un po’ che non ti racconto cosa succede qui. Sono sempre io, Jenny, e continuo a credere nell’amicizia. Ora ho dodici anni.
L’anno scorso ho iniziato le medie, quelle che mi avevano descritto come un luogo tenebroso e spaventoso: mi avevano detto che le professoresse fossero signore sempre arrabbiate, che urlano per qualsiasi cosa e che non smettono mai di assegnarti compiti. Ora ho capito che le cose non stanno proprio così e mi sono tranquillizzata.
Il rapporto con miei compagni invece è complicato: loro devono pur divertirsi in qualche modo – capisco- e io per qualche strana ragione sono diventata per loro bersaglio preferito di scherzi sempre più frequenti. Nel corso delle lezioni lanciano palline, aeroplani di carta sul mio banco. Oggi, alla ricreazione, sono perfino arrivati su di me scarti di cibo.
Dalle elementari ad ora il mio atteggiamento verso questi comportamenti è cambiato: prima pensavo che fossero banali scherzi, ma ora…ora sono impaurita e spaventata.
Mi sento così inutile, ma chiedere aiuto è fuori discussione… sarebbe da mocciosi!
Oltre alle loro sgradevoli burle, i miei pensieri sono rivolti ad un ragazzo. É arrivato da poco nella nostra classe, è biondo, occhi azzurri, alto. È anche molto gentile con me. Mi piace moltissimo, anche se, da quando una mia “amica” gli ha rivelato i miei sentimenti, lui mi guarda infastidito.//
25 dicembre 1993.
Ciao caro diario! Ho pensato di darti un nome. Cosa ne dici di Mia? Penso che sia perfetto.
Sono passati tre anni dall’ultima volta che ti ho raccontato di me. Ora ho quindici anni e credo ancora nell’amicizia.
Sono al secondo anno di liceo linguistico. Sin dal primo anno ho cercato di relazionarmi con i miei compagni, ma è stato inutile. Si sono iniziati a formare i primi gruppetti, di cui io non facevo parte. Sono distrutta, i continui scherzi e sguardi cattivi mi intimoriscono sempre di più.
Quest’anno ho sentito anche le loro prime parole, i primi insulti: ”Fai schifo, fai schifo!”, “Ma ti sei vista allo specchio?”, “Levati prima che ti calpesti” ed infine la mia preferita, la più divertente, diciamo il mio nomignolo “Palla di lardo”.
Le mie giornate, nell’ultimo periodo, sono fantastiche: la mattina appena mi sveglio i miei sentimenti mi tradiscono, sono felice e spensierata, ma appena sorpasso la soglia di quell’istituto il terrore mi assale, il terrore dei ricordi, la paura di essere giudicata.//
25 dicembre 2000.
Caro diario, anzi cara Mia, sono ancora io, Jenny De Rossi, credo nell’amicizia e ho ventidue anni.
Ho scelto di non proseguire i miei studi perché oramai sono preda della paura.
Trascorro i miei giorni in casa, ad abbuffarmi di cibo, a chiedermi “Perché tutto quello che ho subito ha avuto inizio?”. Non trovo una risposta e non la troverò mai, perché essere bullizzati in quanto diversi non è giusto.
Chi è diverso è speciale ed io lo sono sempre stata.//
25 dicembre 2008.
Cara Mia, oggi ho deciso di scriverti perché finalmente posso darti una buona notizia. Ho ottenuto la mia rivincita, anche se dopo molti anni.
Ora ho trenta anni e ieri ho deciso di andare dal più carogna dei miei compagni per fargli capire tutto ciò che ho passato. Pensavo di non farcela, pensavo di non riuscire a guardarlo negli occhi, ma appena l’ho visto non ho esitato ad abbracciarlo.//
25 dicembre 2018.
Mio caro diario, mia cara Mia, ti scrivo ancora, ora ho quaranta anni e vivo con mio marito, quel ragazzo di cui mi ero infatuata alle medie, e con mia figlia in una splendida villa vicino Roma.
Nonostante la mia età, qualche anno fa ho ripreso i miei studi e credo di poter realizzare grandi cose.
Ah, dimenticavo, sono sempre io, Jenny De Rossi, quella che, nonostante tutto, crede nell’amicizia.