di Anna Shmili, Virginia Corsano, Angelica Capano, Francesca Delicato, Giorgia Perrone – Grazie al passato, viviamo oggi la libertà del nostro presente. “Le radici della Costituzione italiana”, questo il tema del primo incontro delle classi terze con il senatore Maritati (all’interno del progetto Legalità “Vivere la Costituzione”), che si è tenuto nell’Aula Magna del nostro Istituto nella giornata di oggi, 13 Novembre.
Il Senatore ha ripercorso le tappe del lungo e sofferto cammino che ha portato alla nascita della Costituzione, la legge suprema del nostro Stato, nata dalle macerie di un’Italia uscita distrutta (materialmente e moralmente, dalla catastrofe del secondo conflitto mondiale e da 20 anni di dittatura fascista), nonché dalla sofferenza e dal sacrificio di tanti partigiani che portarono avanti, insieme agli Alleati, la guerra di liberazione dell’Italia.
La liberazione di un popolo che in quel momento, sentendosi privo di riferimenti istituzionali, voleva riconquistare con tutte le sue forze quei diritti, dignità e libertà, che fascismo e guerra avevano cancellato.
Il ripudio della guerra e l’aspirazione alla pace, portarono alle urne nel 1946 milioni di italiani: uomini e, per la prima volta, donne, che scelsero una forma istituzionale capace anche di assicurare a tutti gli stessi diritti.
Agli italiani serviva una casa comune, una casa duratura, dalle solide fondamenta: e fu questo il momento in cui le aspirazioni del popolo italiano e delle forze politiche antifasciste si immedesimarono pienamente e si espressero attraverso il lavoro dei Padri e delle Madri Costituenti, che redissero il testo della nostra Costituzione, entrata in vigore l’1 Gennaio del 1948.
“Dietro ogni articolo c’è la vita di tanti giovani italiani”- ha detto il senatore – “ed è per questo che bisogna difendere la Costituzione a tutti i costi”. Bisogna difendere quei valori imprescindibili, libertà e dignità, di cui parlano gli artt. 1 e 3 della Costituzione: il primo presenta il lavoro come unico mezzo in grado di mettere il cittadino nelle condizioni di essere libero e di affermarsi; il terzo declama l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, nel ricordo ancora vivo delle discriminazioni razziali e del trattamento degli avversari politici durante il regime fascista (assassinio di Matteotti).