di Operatori del Benessere (Classe 3^ B) – “Ognuno porta la sua storia: bisogna avere attenzione, forza e dignità per tutti”.
Alle ore 9:00 del 10 Ottobre 2018, le scuole di Pesaro si sono ritrovate davanti al teatro Rossini per partecipare all’evento organizzato in memoria di Don Gaudiano. Sono intervenuti il Sindaco di Pesaro Matteo Ricci, il Vescovo Piero Coccia e, durante la mattinata, a raccontare la sua vita e le sue esperienze, Don Ciotti, che ogni giorno affronta i problemi degli ultimi, così come ha fatto Don Gaudiano.
Gianfranco Gaudiano nasce a Montegridolfo l’11 luglio 1930. A 16 anni diventa responsabile dell’Azione Cattolica, dando importanza alla solidarietà e occupandosi dei “poveri” della comunità pesarese. Il 24 giugno 1962 viene nominato sacerdote e successivamente padre spirituale del Seminario minore. Nel 1976 fonda il Ce.I.S., un’associazione civile che sostiene e organizza strutture per gli emarginati della società e adolescenti difficili. Le strutture organizzate dal Ce.I.S. oggi a Pesaro sono: Casa Gaudiano, Casa Marcellina, Casa Moscati, il Centro Arca e i Servizi Pas. Don Gaudiano ha compreso emergenze come handicap e tossicodipendenze quando ancora non se ne occupava nessuno. Dopo l’intervento di Matteo Ricci, che ha sottolineato il fatto che Don Gaudiano sia sempre stato un uomo che cercava di andare controcorrente senza mai giudicare e trovando la soluzione ad ogni problema, è iniziato lo spettacolo organizzato dal Porto Ce.I.S. incentrato sull’esperienza di Don Gaudiano come professore ed educatore.
Guglielmina, come tutti i giovani, sognava di “possedere un motorino”, e per questo motivo passò la vita a rubarli, finendo così in manicomio. Gli studenti di Don Gaudiano, professore di religione, provarono a realizzare il sogno di Guglielmina, portandole un motorino ed esaudendo il suo desiderio. Dopo averle fatto provare il brivido di un viaggio con una “Motorella”, tutto doveva però tornare alla normalità. Guglielmina, non contenta di quell’attimo di felicità, sapendo di dover tornare in manicomio, si scagliò violentemente contro i ragazzi, accusandoli di non farsi carico del suo desiderio di libertà perché loro sarebbero tornati a casa… lei no! Quel giorno è nata la Comunità di Don Gaudiano, che ha cercato di dare risposte concrete ai bisogni degli ultimi della società proprio come sta cercando di fare, ancora oggi, Don Luigi Ciotti.
“Cosa fai tu per il prossimo?” è la domanda provocatoria suscitata in noi dalle parole di Don Ciotti che ci ha raccontato la sua vita. Fondamentale l’esperienza fatta con un barbone (che aveva lasciato il suo lavoro di medico, e con il quale ha costruito con testardaggine, giorno per giorno, un legame): “In quel bar spacciano droga, devi fare qualcosa”, gli disse; erano gli anni ’60, quando era ancora un ragazzo, e da qui si sentì spronato ad aiutare le persone e ad iniziare un percorso di solidarietà, costruendo centri di accoglienza per tossico dipendenti e malati di AIDS, perché “non può esistere un Io senza un Noi”.